LE SCELTE - Il Principino ha ricondotto la Juve sui binari più congeniali, ma quella di Atene non è stata una sonora bocciatura per Pir-Quando Andrea Pirlo, l’altra sera al Karaiskakis, ha agevolato la ripartenza dell’Olympiacos sfociata nel gol-partita, chissà quanti avranno pensato all’opportunità o meno di schierare il regista degli ultimi trionfi bianconeri, ridotto ai minimi termini. Detto che non si è trattato dell’unico errore individuale della Juve nella circostanza, il dubbio assale cuori e menti di chi, mercoledì sera, ha assistito all’ennesima delusione europea dei campioni d’Italia, con 5 sconfitte elo, bisognoso semplicemente di accumulare una presenza sempre maggiore nel gioco dei campioni d’Italia dopo i 163 minuti giocati contro Roma e Sassuolo. Ecco perché non si può escludere che il tecnico bianconero si affidi ancora a Pirlo alla ripresa dei lavori in campionato contro il Palermo. Non perché Marchisio non sia ritenuto congeniale all’avversario, ma fare a meno del bresciano resta un’impresa ai limiti dell’impossibile. Solo giocando, tornerà il vero Pirlo. E poi, al netto della bontà delle prestazioni del Principino, un clone del regista doc non esiste. «Per recuperare gli manca il minutaggio»: così parlava l’Allegri rossonero a proposito di Pato, così si ripeteva l’allenatore livornese in questa stagione parlando di Alvaro Morata o dello stesso Pirlo. La forma migliore, dopo il pesante infortunio che colpì il lombardo a fine agosto nel corso del Trofeo Tim di Reggio Emilia, non si agguanta facendo la collezione di panchine.
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