TRE BULLDOG - Massimiliano Allegri proverà a vincerla grazie alle armi tattiche a sua disposizione. Ma è indubbio che, pur essendo cambiato il manico da metà luglio in avanti, gli ospiti faranno leva anche sull’intensità, sulla veemenza, sulla garra. Il che, tradotto letteralmente dalla lingua spagnola, rimanda al concetto originario: la garra è l’artiglio, per estensione la grinta espressa all’ennesima potenza. I bianconeri vantano tre massimi esponenti, pronti a mordere il nemico e dislocati lungo un’immaginaria linea verticale attraverso la quale fluisce il gioco: Gianluigi Buffon (il braccio che para tutto), Leonardo Bonucci (la mente che avvia l’azione, sorreggendo il regista quando manca Andrea Pirlo, come stasera), Carlos Tevez (la forza bruta abbinata a qualità tecniche di valore immenso). Gigi, per un istante, ripenserà ai corsi e ricorsi del destino: l’11 dicembre 2011 Roma-Juve terminò sull’1-1, reti di Daniele De Rossi e Giorgio Chiellini (un gladiatore super, il Chiello), ma il portierone seppe respingere un destro di Francesco Totti, preservando così il pareggio. Era un lunedì, anche allora: così è se vi pare, ognuno dia la sua interpretazione. Leo non dimenticherà i due gol segnati ai giallorossi allo Stadium fra il 5 gennaio e il 5 ottobre di un 2014 bestiale, per restare in tema: l’ultimo, soprattutto, simboleggiato da un destro al volo da fuori area che se l’avesse segnato Paul Pogba avrebbe scatenato la fantasia dei titolisti. Carlitos, a caccia del primo gol su azione, ha dedicato due delle sue 41 reti italiane ai romanisti, entrambe dal dischetto.
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