Si comincia agli albori del girone unico, quando la Juve infrange il tabù di campo Testaccio infliggendo la prima sconfitta alla Roma di Ferraris IV nel suo fortino con un 2-3 il 12 gennaio 1930. Ma una tremenda vendetta si consuma già l'anno dopo con un 5-0 per la Roma, che ispirerà il film di Mario Bonnard e farà da sfondo a un racconto di Mario Soldati, con doppietta di Bernardini alla squadrone di Combi, Rosetta e Caligaris. Controreplica al fiele, a ristabilire le gerarchie, un devastante 7-1 in casa dei bianconeri nel 1932, maggiore score assoluto in 85 anni. La Roma pesa, incarta e porta a casa, ma assesta un 3-1 nel 1936 violando un campo imbattuto da quattro anni e sbarrando così la strada al sesto scudetto di fila. Palla al centro e a randellare due volte è la Juve: prima infligge un 2-0 nel 1942 a una Roma sulla strada dello scudetto, poi prende a schiaffoni gli avversari nel 7-2 del 1950 con tripletta di Karl Hansen prima dell'unica retrocessione. La vendetta prende forma nel 1958 con il 4-1 alla super Juve del 1958 di Charles e Sivori avviata a un facile tricolore. Passano 15 anni e una Roma sparita dopo un impavido primo tempo, nell'ultimo turno del 1973, apparecchia l'insperato scudetto juventino grazie alla 'fatal' Verona del Milan: il vecchio Altafini e un siluro di Cuccureddu fanno il resto. La Roma di Liedholm e Falcao si presenta agguerrita alla sfida scudetto il 10 maggio 1981: Turone segna di testa ma il gol viene anato per un fuorigioco che fa discutere per decenni, Viola polemizza con Boniperti e gli arbitri. Si creano i presupposti che avvelenano per sempre le sfide tra le due squadre.
Arriva Falcao, la Roma vince lo scudetto del 1983, la Juve può solo ritardare l'evento imponendosi in marzo 2-1 all'Olimpico. Tre anni dopo, la grande illusione: Juve rincorsa, abbattuta 3-0 all'Olimpico poi raggiunta in vetta prima dell'harakiri con il retrocesso Lecce. Poi dopo un 5-0 per la Juve nel 1990 con tripletta di Schillaci, nuove scintille nel 1995: un guardalinee urta Aldair mentre rimette il pallone in gioco, assist per Ravanelli che segna tra le furibonde proteste giallorosse. La Roma si vendica vincendo lo scudetto 2001 anche con un 2-2 in rimonta (Nakata e Montella) a Torino, poi con Totti e Cassano ispirati infligge un poker nel 2004 col capitano che mima un gesto, 4-0 e tutti a casa, benzina sul fuoco per nuove polemiche moltiplicate dalla fuga di Capello per allenare quella Juve che incapperà in calciopoli, oltre ai veleni tra Moggi e Baldini, ai dispetti di mercato. Ma quel gesto porta male alla Roma che da allora raccoglie briciole per sei anni, compresi i 4-1 e 3-1 nel 2009. Pausa con successo esterno per 2-1 con gol decisivo di Riise, poi altri due ceffoni (4-0 e 4-1 a Torino) fino all'1-0 del febbraio 2013 firmato da Totti. Salvo il successo in Coppa Italia per i giallorossi il 2014 è disco rosso: 3-0 allo Juventus stadium che segna la stagione e 1-0 al ritorno con gol dell'ex Osvaldo. Ma domenica è un'altra storia: Totti e Tevez guidano due squadre di caratura europea, sarà solo l'antipasto di una stagione in grande equilibrio.