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Frattesi, dal trolley a uomo del destino dell’Inter

Frattesi, dal trolley a uomo del destino dell’Inter Inter via Getty Images
Il gol al Bayern, il 4-3 al Barça e una finale in Germania: ricorda Grosso ai Mondiali del 2006

È tutta una questione di decisioni e valigie. Perché se Davide Frattesi a gennaio avesse lasciato l’Inter quando sembrava già con le valigie fatte e mezzo piede fuori dalla porta di Appiano, molto probabilmente in questo momento sarebbe un’altra squadra a preparare il viaggio per Monaco di Baviera. Certo, non esiste la controprova. Ma assecondando il mal di pancia di gennaio, quando Davide era un po’ frustato - poco spazio in campo e la Roma che bussava alla porta promettendogli la ricetta della felicità - sarebbe venuto a mancare l’eroe delle vittorie europee interiste. Quindi bene ha fatto il club sparando altissimo sul cartellino quando Roma prima e Napoli poi (perché pure sotto al Vesuvio Frattesi di estimatori ne conta assai) hanno provato a tentare l’assalto. Respinto, perché in quel momento sostituire l’ex Sassuolo sarebbe stato difficile per i nerazzurri. Allora avanti insieme, che il mal di pancia passa. Peggio, molto peggio è stato quello che è arrivato dopo, un momento di buio personale, la perdita della nonna amatissima e le motivazioni del centrocampista che sembravano essere altrove.

L'uomo del destino

Lui ha risposto coi fatti, ha dato la sua versione alla prima occasione e poi si è travestito da supereroe della Champions. L’uomo del destino che ha messo l’Inter sulla rotta di Monaco si chiama Frattesi. Dall’Allianz Arena all’Allianz Arena, passando per San Siro. Un gol contro il Bayern nell’andata dei quarti, quando era scattato il minuto 87 e i bavaresi pensavano di aver salvato le penne. Invece arriva ‘Frattandev’, quel centrocampista con l’istinto da killer che Inzaghi butta nella mischia e fa un gol che sembra Pandev. È un delirio interiore, un’esplosione raffreddata, perché alla fine mancava comunque il ritorno. L’Inter pareggerà, andrà a Barcellona, pareggerà di nuovo l’andata della semifinale e poi toccherà ancora a lui, ‘l’homme du hasard’ - che in francese è quella roba lì: il caso, l’opportunità, il destino. Acerbi riacchiappa il Barcellona nel recupero, Frattesi lo sentenzia ai supplementari senza pietà e l’esultanza che segue tra i tifosi è la cosa più vicina a un mix tra un’estasi mistica e il più sgrufolante degli orgasmi calcistici mai visti.

A Frattesi manca solo una casella

Infatti, qualche secondo dopo, per poco Davide non si è sentito mancare: capogiri di felicità. Frattesi che riporta l’Inter in Baviera e sembra un po’ il Grosso dell’estate 2006, quello del Mondiale più perfetto mai visto: un rigore procurato agli ottavi, un gol in semifinale con esultanza ‘alla Tardelli’, il rigore decisivo tirato nella finale. Quello che Lippi gli diede da tirare proprio perché lo aveva percepito: Grosso, in quell’estate era l’uomo del destino - o almeno questo rivelò tempo dopo l’ex ct azzurro. A Frattesi manca solo una casella per completare il percorso, quella più esaltante, che riporta in Germania proprio dove tutto è iniziato: all’Allianz Arena di Monaco di Baviera. L’Inter partirà questa mattina da Appiano, dove ha passato la notte, direzione aeroporto. Inzaghi potrà contare sul gruppo al completo, tutti recuperati e pronti a lanciarsi nella sfida. È prontissimo pure Frattesi, che avrà fatto il trolley: chissà se ha lasciato spazio pure per farci stare una coppa.

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