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"Inter, ora vinci la Champions! Hai un Matthäus in squadra, ecco chi è"

Il presidente della squadra dei record e dei tre tedeschi: "Prima era più facile, si avevano i soldi e si spendevano. Fino a quando resta Marotta..."

MILANO - Ernesto Pellegrini, il diciassettesimo presidente della storia dell’Inter, nei suoi undici anni a capo del club nerazzurro ha vinto lo “scudetto dei record”, una Supercoppa Italiana e per due volte la Coppa Uefa. L’ex numero uno - insignito tra l’altro dell’onorificenza di cavaliere del lavoro - è ancora oggi un appassionato tifoso: "Dopo la conquista del Tricolore provo gioia ed emozione. Per la gioia è facilmente capibile il motivo, la forte emozione è per aver vinto lo scudetto della seconda stella in casa del Milan".

Il 2-1 nel derby conferisce maggiore storicità allo scudetto?

"Per me era la stessa cosa, però quella con i rossoneri è stata certamente una partita non difficile. Sembrava sulla carta più complicata, poi, a parte gli ultimi minuti, è andata via liscia".

L’Inter ha dominato pure il campionato. Se lo aspettava?

"Sinceramente no. Mi aspettavo una bella corsa, sicuramente un’Inter vincente, ma non così vincente. Oggi ci sono 17 punti di vantaggio sulla seconda, a memoria un distacco del genere non me lo ricordo".

Chi è per lei l’uomo scudetto?

"Beppe Marotta. È stato di una bravura incredibile a costruire una squadra vincente, con pochi spiccioli tra l’altro. Chapeau".

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Lei spese moltissimi miliardi di lire. Oggi l’Inter deve sostenersi da sola.

"Sì, è così. Io mi ricordo bene la mia Inter. Ho dovuto comprare Matthäus, Brehme, Diaz, Bianchi, Berti, almeno cinque fuoriclasse, che indubbiamente erano costati parecchio. Quest’Inter è costata poco. La scorsa stagione, grazie alla cessione di Onana, i nerazzurri hanno incassato più di 50 milioni. Soldi che successivamente sono stati reinvestiti per comprare ottimi giocatori".

Da Presidente, quanto è cambiato il mondo del calcio negli anni? Lei spendeva i suoi soldi, oggi la parola d’ordine è sostenibilità.

"Il mondo è cambiato, indubbiamente. Se oggi non c’è sostenibilità non vai più avanti. È più complicato adesso. Alla mia epoca se avevi i soldi, spendevi e buonanotte. Adesso invece se non hai ricavi, non vai avanti".

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