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Inter, Marotta dalla stella all'Euroflop: i motivi del ko Champions

A Madrid non è mancato cinismo, ma qualità. L’Inter un anno fa aveva Lukaku terza punta. Non si possono sempre chiedere miracoli a Inzaghi

Aspettando Taremi

Nel calcio poi - come ama ripetere Allegri - ci sono le categorie e mentre Sanchez, quanto meno, può vantare un passato luminoso, Arnautovic - che all’andata, prima di segnare, aveva sbagliato un paio di occasioni tra cui un gol incredibile - non può certo essere considerato uno specialista della Champions, se è vero che non giocava nella competizione dalla stagione 2010/11 (5 presenze e 2 gol, di cui uno all’Inter, col Werder Brema). Difficile, viste queste premesse anche nonostante le doti taumaturgiche di Inzaghi, pensare di fare troppa strada in Europa anche perché - altro fatto per nulla secondario - non si può certo sperare in una stagione lunga e massacrante, di avere tutti in forma da settembre a maggio.

E l’anno scorso, non va dimenticato, l’Inter è arrivata a Istanbul grazie ai gol della terza punta, ovvero Lukaku, con Porto (a San Siro) e Benfica (a Lisbona), Lukaku che inoltre ha trascinato l’Inter alla rimonta in Champions, permettendo a Dzeko di mantenere la forma per le grandi notti di coppa. Nella prossima stagione - che tra Champions extralarge e Mondiale per club si preannuncia ancora più dura - arriverà Taremi, 32 anni a luglio: neppure lui è un giovincello ma, quanto meno, sa cosa vuol dire giocare in Europa. È senz’altro un upgrade per Inzaghi, ma in un club che vede come la Mecca i parametri zero e dove viene ceduto almeno un big a stagione risulta difficile pensare che i miracoli possano sempre riuscire. Vero Zhang?

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