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Inter, il pagellone dei campioni d'Italia: ci sono due 10!

I voti stagionali alla rosa nerazzurra: Lukaku da bomber a giocatore di livello planetario, per Lautaro meglio l’Inter che Messi, Hakimi sulle orme di Maicon...

Alexis Sanchez 7,5

Per il Niño Maravilla, l’altro collezionista di trofei in rosa, uno scudetto all’ombra della Supercoppia Lukaku-Martinez. A differenza di una stagione fa non ha saltato tre mesi per infortunio ma il suo apporto a livello di gol è stato minimo, appena cinque (fondamentale però la doppietta a Parma). Bravo però a calarsi nella parte di comprimario di lusso: in più di una occasione (col Toro l’esempio più emblematico) il suo ingresso in campo ha dato la scossa.

Andrea Pinamonti 6 

Rimasto ancorato alla base per l’impossibilità di prendere una punta più rodata (come avrebbe preferito Conte), ha vissuto una stagione di apprendistato avendo la possibilità di avere come avversario il miglior trio di difensori che ha espresso il campionato. Senza l’infortunio alla caviglia destra (con tanto di fastidiosissimo edema) patito in Under, forse avrebbe trovato più spazio: l’avrà nella prossima stagione quando sarà prestato.

Lautaro Martinez 9,5

A conti fatti, la decisione - subita causa Covid - di non raggiungere Leo Messi a Barcellona è stata azzeccata perché, a differenza dell’amico Maurito Icardi, è stato protagonista di uno storico scudetto per l’Inter. In una stagione al bacio, da incorniciare la doppietta nel derby di ritorno, ma pure l’attitudine mostrata nell’ultima parte di stagione in cui si è sacrificato col piglio del gregario pure in copertura, il che - senza scomodare paragoni con Eto’o nella stagione del Triplete - è senza dubbio degno di lode per lo spirito in cui si è calato nella parte. Il tutto per la soddisfazione di Conte.

Romelu Lukaku 10

Sulle spalle di Big Rom. L’uomo che nei primi due anni all’Inter ha segnato più di Ronaldo “Fenomeno” (ma in meno partite) e che, grazie a Conte, è diventato un campione a livello planetario, come prova il “no” pronunciato dall’Inter al Manchester City che lo voleva come terminale dell’attacco. Leader tecnico (21 gol e 10 assist in campionato), icona dell’Inter che ha messo fine all’egemonia della Juve e, finalmente, giocatore “cattivo” in campo: il testa a testa con Ibra nel derby di Coppa Italia, diventato pure un murale a San Siro resterà per sempre nell’immaginario dei tifosi.

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