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Inter, il pagellone dei campioni d'Italia: ci sono due 10!

I voti stagionali alla rosa nerazzurra: Lukaku da bomber a giocatore di livello planetario, per Lautaro meglio l’Inter che Messi, Hakimi sulle orme di Maicon...

Marcelo Brozovic 9

Regista di quantità è qualità. L’Epic nerazzurro ha confermato la sua attitudine da maratoneta (nessuno, in Serie A, macina tanti chilometri quanto lui in partita) e di insostituibile per Antonio Conte. Nel suo campionato, un gol (contro il Parma all’andata) e sei assist: c’era una volta il giocatore che, dopo essere stato sostituito da De Boer, aveva lasciato lo stadio, beccandosi un mese di squalifica dal club: preistoria. 

Roberto Gagliardini 7

Per una stagione, la prima di Conte all’Inter, è stato l’unico centrocampista difensivo in rosa. Quest’anno, aumentando la concorrenza, si è diradato pure il suo minutaggio però, ogni qual volta l’allenatore ha deciso di mettere muscoli in squadra, la scelta è caduta su di lui. Difatti, eccezion fatta per le due gare perse causa Covid, è sempre entrato tranne che in cinque partite. Nel suo campionato pure due gol, a Benevento e al Mapei contro il Sassuolo.

Matias Vecino 6

Il recupero inaspettatamente lungo dall’operazione effettuata al menisco del ginocchio destro nel luglio scorso lo ha fatto uscire dai radar almeno finché non è riapparso con la Primavera (28 gennaio). Il test ha fatto da preludio al rientro in squadra e al ritorno in campo, a Torino, il 14 marzo. Voto alla resilienza. Nelle ultime gare della stagione facile che trovi pure un po’ più di spazio: lo merita dopo tanta sfortuna.

Stefano Sensi 6,5

Altra stagione tormentata tra infortuni muscolari (due piuttosto importanti più alcuni problemini) e l’espulsione a Roma con la Lazio. Conte lo ha utilizzato come un cristallo di boemia però - pur a intermittenza - quando ha giocato ha istillato sempre un po’ di qualità nella manovra nerazzurra. Che ci sia del genio nel suo calcio è provato anche dal fatto che Mancini, nonostante tutto, continua a tenerlo in considerazione per gli Europei.

Arturo Vidal 8

Il collezionista, ha messo sul caminetto il 12° campionato vinto in carriera. Non è stato soltanto un portafortuna, Vidal: il suo arrivo ha contribuire ad alzare ulteriormente la consapevolezza della squadra. Brilla, in tal senso, il gol segnato alla “sua” Juve nella vittoria che è stata spartiacque del campionato nerazzurro. Qualche acciacco di troppo, l’ha tenuto ai margini nella seconda parte dell’annata, ma nella prima Conte l’aveva spremuto come un limone.

Nicolò Barella 9,5

Già lo chiamavano “Tardellino” e l’esultanza per il gol alla Juve non ha fatto che alimentare la suggestione. E’ l’avatar di Conte in versione 2.0 nonché “Capitan Futuro” per il popolo tifoso che lo sogna con la fascia al braccio. Quest’anno ha completato il salto dimenticando l’irruenza della gioventù come prova la marea di partite giocate pur restando sotto diffida. Guardandolo, pure a Mancini, pensando agli Europei, brillano gli occhi.

Christian Eriksen 9

Da fuoriclasse umiliato (Cassano dixit) a titolarissimo: la svolta dell’Inter, nella seconda parte della stagione, è legata alla sua esplosione. Una metamorfosi che è stata lenta e insperata, maturata (anche) grazie al mercato bloccato, altrimenti il danese oggi sarebbe altrove. Fatto sta che, in tempi di vacche magrissime, è stato lui l’unico, vero acquisto di gennaio. Il gol del pari a Napoli e quello da tre punti a Crotone le sue firme in calce allo scudetto.

Radja Nainggolan NG

Troppo forte è stata la nostalgia di Cagliari, dove è tornato a inizio gennaio dopo la riapertura del mercato. E dire che Conte l’aveva riaccolto ad Appiano con tutte le migliori intenzioni, peraltro mandandolo in campo - con la squadra in svantaggio - nel finale della gara con la Fiorentina alla prima di campionato. Complice pure un infortunio muscolare, prima di salutare ha fatto altre tre comparsate però un pezzettino di scudetto è anche suo.

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