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Inter e Conte verso un accordo: contratto risolto

Claudio Zamagni

Il club avrebbe preferito le dimissioni, ma l'importante è separarsi senza penali

MILANO - Un weekend in Liguria, per rilassarsi e pensare. E poi, martedì, l’incontro decisivo con l’Inter. Antonio Conte ha scelto la quiete familiare per capire come uscire dal senso unico nel quale si è infilato. Ma anche l’Inter, sia chiaro, non è che abbia le idee molto più chiare. Diciamo che entrambi hanno un punto fermo, difficilmente negoziabile: Conte potrebbe rimanere solo a fronte di una profonda rivoluzione societaria, in seno al club nerazzurro. E l’Inter, dal canto suo, è disposto a liberarsene solo se non dovesse diventare un pesante onere finanziario. Partendo da queste certezze, ci sono tre giorni per trovare un accordo. Tanto più in là non si potrà andare, visto che nella settimana ancora successiva, quella che comincia lunedì 31 agosto, la nuova Inter dovrà ricominciare gli allenamenti. Ovviamente con il tecnico prescelto per la nuova stagione. Se non dovesse essere Conte, Zhang e Marotta si sono già ampiamente tutelati. Ma in ogni caso, le firme e le presentazioni non potrebbero non portare via altri giorni preziosi.

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Di corsa

Ecco dunque che c’è la corsa a trovare una soluzione. Facendo le solite pressioni psicologiche che in queste situazioni servono per cercare di portare acqua al proprio mulino, ma al tempo stesso pronte ad abbandonarle, a fronte di accordi soddisfacenti. Conte, dunque, si fa forza del suo contratto ancora per due anni, che gli garantirebbe, in caso di licenziamento, 24 milioni netti. E, come dimostra la storia con il Chelsea, finita per vie legali, non si farebbe alcun problema a insistere per averli fino all’ultimo spicciolo. L’Inter, che ancora per la prossima stagione avrà sulle spalle pure lo stipendio di Spalletti, oltre a quello dell’eventuale nuovo allenatore, non può certo permettersi un esborso simile. E infatti, da mesi, ha messo in pista i suoi avvocati per individuare, nei comportamenti non sempre filo-societari di Conte, quelli che potrebbero giustificare un licenziamento per giusta causa o, come minimo, la risoluzione del contratto. [...]

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