Ormai di passione, tifo e calcio c’è veramente poco. A Milano sta andando in scena, da mesi, anzi, da anni, una sorta di Gomorra in salsa ultrà. Al di là dei giochi di potere ed economici per la gestione delle curve, dei biglietti e dei parcheggi di San Siro, dei risvolti legati ai rapporti con i club - con Inter e Milan definiti comunque dalla Procura di Milano parte lesa -, quello che sta veramente emergendo dalle indagini è un legame sempre più stretto con ambienti malavitosi legati alla ’ndrangheta e allo spaccio internazionale di stupefacenti.
Lucci, Beretta e l'inchiesta "Doppia Curva"
Non si parla più di semplici scontri fra tifosi, qui si contano i morti e gli agguati in stile mafioso come quello accaduto nella giornata di giovedì in pieno giorno nella zona nord-ovest di Milano e che ha visto coinvolto Luca Guerrini, 27enne tifoso milanista, legato all'ex capo della Curva Sud, Luca Lucci, arrestato insieme ad altri ultras il 30 settembre nell'ambito dell'inchiesta "Doppia Curva" della Procura di Milano. Da quel momento si è creato un vuoto di potere che sta scatenando nuove guerre, con i vecchi protagonisti che dal carcere hanno ancora influenza. E chi è in curva adesso non sembra per niente distaccato da certe dinamiche, pensando allo striscione che gli ultras interisti a metà novembre avevano esposto contro Andrea Beretta, ex leader della Nord (pure lui in carcere), reo di collaborare con gli inquirenti: "La tua infamità non appartiene alla nostra mentalità".