Emergono nuovi dettagli inquietanti sulla lotta interna al tifo organizzato che ha travolto Milano. Questa volta le parole agghiaccianti riportate al Corriere della Sera sono quelle di Daniel D’Alessandro, 29 anni, detto “Bellebuono”, pronunciate a casa di Andrea Beretta, 49 anni, il leader della Curva Nord interista: "Ti convocheranno alla cascina. Ti offriranno un caffé avvelenato con le benzodiazepine, poi ti uccideranno. Hanno già scavato la buca. Sono andato io a prendere la calce viva per “sciogliere” il tuo cadavere. Poi faranno sparire la tua macchina, la porteranno in Francia, a Nizza, per simulare una tua fuga", queste le parole agghiaccianti di Bellebuono che spiffera a Beretta il piano killer organizzato dal rampollo della ‘ndrangheta Antonio Bellocco e da Marco Ferdico, braccio destro di Beretta nella gestione del tifo ultrà.
Beretta-Ferdico: l'incontro
E' la soffiata che cambia la lotta interna alla curva nerazzurra, una storia che si chiuderà con l’assassino dell’erede della ‘ndrangheta e il pentimento di Beretta che ai pm, la sera del 4 settembre, racconterà: "Sapevo che volevano uccidermi". E proprio Beretta, il giorno dopo la soffiata fu davvero convocato da Ferdico e soci in un locale all’interno di una cascina. Beretta era armato, ma decise di lasciare la pistola in macchina, per poi raccontare:"Marco mi porge un caffé, capisco e rifiuto con una scusa. Così prendo solo una bottiglia d’acqua".