Tuttosport

LIVE

I focus spostati dall'Inter che non denuncia, Il fango sul coraggio Juve e Agnelli

I focus spostati dall'Inter che non denuncia, Il fango sul coraggio Juve e Agnelli Redazione
La vicenda bianconera e quella milanese a confronto: da una parte gogna mediatica, richieste folli, intercettazioni inventate. Dall'altra tutto sotto il tappeto

Il calvario della persecuzione su Agnelli e la superficialità di oggi

Non basta. Nel giorno dell’affondamento delle sue tesi in primo grado, salvato da una condanna sproporzionata dei deferiti rispetto alle condotte accertate nella sentenza, il procuratore Pecoraro non molla, anzi rilancia. Non contento della persecuzione sfociata nella imbarazzante e gravissima intercettazione modificata di fronte alla Commissione Antimafia, totalmente smentito dal Tribunale di primo grado sui presunti rapporti con la criminalità organizzata, annuncia ricorso contro la squalifica di un anno perché “credo sia utile la valutazione di un'altra corte, tenendo presente che le risorse derivanti dal bagarinaggio sono andate alla criminalità organizzata, e questo è gravissimo”. La notizia fa il giro d’Italia e non solo: Agnelli squalificato per dodici mesi, comincia a scontarli subito ma per Pecoraro ce ne vogliono di più. Tre mesi dopo la pena verrà ridotta e rimarrà una maxi multa, ma, per spiegare come funziona il fango, trovate ancora nel 2022, cinque anni dopo quella vicenda, articoli dal titolo: “La parabola di Andrea Agnelli, bagarini, ndrangheta e accuse di falso in bilancio: gli scandali del presidente che rispettava le regole. La lezione di stile di chi ha sempre avuto poco rispetto per le sentenze”. E non importa se l’unico a non rispettare le sentenze è proprio l’autore dell’articolo, quel che conta è ciò che rimane, dopo un linciaggio senza precedenti nel tempo in cui non andavano di moda espressioni attuali come “cautela”, “chi segue il calcio difende gli Ultras” o la generalizzazione – peraltro non priva di fondamento – per la quale più che le società dovrebbe essere lo Stato ad affrontare il problema.

Agnelli: il calvario oltre la "morbidezza"

Quel che conta è ricordare, senza semplificare impropriamente per portare acqua al proprio mulino. Quel che rileva è che la “morbidezza” con cui è stato trattato Agnelli, quell’aria da “finirà come allora, con una breve squalifica e multa”, evitando di ricordare tutto il calvario, le mistificazioni, i mille titoli e approfondimenti in tv, gli irreparabili danni di immagine e reputazionali di essere impropriamente associato alla criminalità organizzata, l’essere lasciato completamente solo anche e soprattutto dopo le denunce, ecco, tutta quella presunta morbidezza non la augurerei al mio peggior nemico, e tanto meno alla mia squadra rivale. Che oggi, beata lei, gode di un clima diverso, in cui quelle associazioni spericolate non vanno più di moda. E minimizzare escludendo conseguenze, evitando il fango, utilizzando la massima “cautela”, è diventata l’unica cosa che conta.

"Marotta sapeva, parlavo sempre con l'Inter": Beretta, il pentito fa tremare

Abbonati a Tuttosport

L'edizione digitale del giornale, sempre con te

Ovunque ti trovi, tutte le informazioni su: partite, storie, approfondimenti, interviste, commenti, rubriche, classifiche, tabellini, formazioni, anteprime.

Sempre con te, come vuoi