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Gilardino: "Lippi e Ancelotti maestri, col Genoa nato tutto al bar. Futuro..."

Juventus FC via Getty Images

Le dichiarazioni dell'allenatore preoccupano un po' i tifosi del Grifone: le ambizioni sulla prossima stagione e le curiosità sui primi anni di carriera

"Il pensiero più grande è finire nel modo migliore questa stagione, ci sarà poi il tempo di pensare al futuro. Qua ho fatto e sto facendo un percorso di crescita incredibile ma la decisione non spetterà solo a me" - così l'allenatore del Genoa, Alberto Gilardino, ha parlato a Radio Serie A. Poi ha proseguito: "Oltre all'aspetto contrattuale, bisognerà capire gli obiettivi e i programmi della dirigenza. Se la società deciderà di sacrificare giocatori bisognerà capire quali entreranno. Il mio sogno da allenatore? Confermarmi in Serie A, questo nell'ottica di futuro immediato. Io vivo molto nella realtà quotidiana, penso una partita alla volta e cerco di non andare oltre. Cerco di ragionare così anche per il futuro".

"Ho preso un po' di tutto da Ancelotti, Lippi e i miei allenatori"

Tra i vari temi, Gilardino ha subito parlato della sua scelta di vestire i panni dell'allenatore: "È stato ed è un percorso molto bello e affascinante. Lo faccio con grande passione e questo mi piace. Credo che la perseveranza, la voglia di non porsi limiti e di crearsi nuovi stimoli nella vita, come nello sport, ti porta a fare un bene. È nato tutto dalla volontà di provare qualcosa di nuovo; sono partito da categorie più basse per poter avere la possibilità di sbagliare e di migliorare dalla volta successiva. Poter tornare a Genova in una nuova veste, dopo esserci già stato da giocatore, è stato stupendo. Mi sono ispirato ai molti maestri che ho avuto, preparati sia sul campo sia a livello umano e nella gestione del gruppo. Aver convissuto con diversi allenatori, nel corso della carriera da calciatore, mi ha dato la possibilità di prendere qualcosa un po' da tutti. A livello umano e di carisma potrei citare Carlo Ancelotti, uno degli allenatori più vincenti, ma anche Lippi, Pioli, Gasperini, Prandelli nei miei primi anni a Parma... non li cito tutti, ma ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa".

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