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Commisso, lettera aperta e nuovo attacco alla Juve: il riferimento è evidente

Il presidente della Fiorentina torna a parlare e lo fa attraverso il sito della società viola

Una lunga lettera rivolta al popolo viola per rivendicare con orgoglio quanto fatto, ribadire il proprio impegno e difendere i suoi uomini. Rocco Commisso torna a parlare e lo fa attraverso il sito della Fiorentina, per "fare chiarezza su una serie di argomenti, in trasparenza e verità, come sono abituato a fare da sempre nella mia vita". Il presidente viola si dice "il primo ad essere dispiaciuto per gli ultimi risultati, ma qui alla Fiorentina, tutti noi, siamo convinti di avere una buona squadra, che fino a dicembre ci ha portato anche in zone della classifica molto alte. Questo è il gruppo che abbiamo comunque voluto migliorare ulteriormente con il mercato di gennaio e noi riteniamo di avere fatto quanto possibile e come sempre saranno i risultati a parlare alla fine della stagione. Penso, per questa ragione, che gli attacchi ricevuti dai nostri dirigenti che si occupano di mercato siano fuori luogo. Seppur la nostra rosa avesse avuto necessità di rinforzi non significa che il Club avrebbe dovuto lanciarsi in operazioni "spericolate" che, ricordo, non danno in ogni caso, mai, nessuna garanzia di successo. Spendere per spendere non è quanto ritengo sia corretto fare per la Fiorentina, per il suo presente e per il suo futuro".

Gli obiettivi di Commisso

Dall'altro lato Commisso ricorda però che "in ogni caso noi siamo quelli che in assoluto, in soli 5 anni, abbiamo speso di più di qualsiasi altra precedente proprietà viola" e "le nostre ambizioni, in ogni caso, non sono cambiate. Siamo in corsa su tutto e il nostro obiettivo di fare meglio rispetto alla stagione precedente non è cambiato come non è cambiata la mia volontà di fare crescere il club, compatibilmente alle possibilità che oggi abbiamo. Nessuno mi ha costretto a comprare il club, vero, ma è altrettanto certo che, al tempo stesso, nessuno mi costringerà a vendere la Fiorentina ed andar via da Firenze, come avvenne con Dante. O nessuno potrà mai decidere, se non io, chi deve e dovrà lavorare nella Fiorentina e chi invece secondo qualcuno dovrei mandare via".

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