Gabriele Gravina e Andrea Abodi, sulla convocazione in Nazionale di calciatori coinvolti in casi di scommesse, proprio non la vedono allo stesso modo. Il ministro dello Sport ha ribadito ieri a “Giù la maschera” su Rai Radio 1 il suo pensiero: «Ritengo che la maglia azzurra sia espressione di un talento sportivo e di un comportamento esemplare. Non mi sembra di avere detto qualcosa di clamoroso, mi ha perplesso la risposta dell’assocalciatori e penso si debba dare più spazio ai doveri a cui si deve sottostare». Il presidente della Figc, interpellato a riguardo a margine del consiglio federale aperto dal ricordo di Papa Francesco, ha confermato la propria posizione: «Non ho parlato con Abodi, ma porto avanti un principio sancito anche dalla Costituzione, da seguire sempre - ha spiegato Gravina -. La maglia azzurra è un simbolo straordinario, chi ha avuto il coraggio di riconoscere di aver sbagliato e di pagarne le conseguenze la merita anche solo per questo. I ragazzi continuano a chiederci di poter testimoniare questa fragilità: era più semplice accettare qualche mese di squalifica in più».
Le parole di Gravina
Gravina ha avuto anche modo di intervenire sulle polemiche seguite ai rinvii, altro tema su cui si è registrato l’intervento (in questo caso silenzioso) di Abodi, presidente di Lega B nel 2012, quando fu negato al Pescara il rinvio della partita con il Bari dopo la morte di Franco Mancini: «Abbiamo deciso di stilare un protocollo comune, che dica esattamente cosa fare - ha detto Gravina -. Non possiamo sempre confrontarci sul momento, quando magari si registrano reazioni umorali: il messaggio del Lecce va compreso, siamo rimasti sconvolti dal dolore che ha colpito una comunità allargata». Di Serie A, Gravina ha parlato anche in relazione all’ipotesi, rilanciata di recente anche dal presidente interista Marotta, di ridurre il campionato a 18 squadre: «È un tema che purtroppo non affronto più dal 4 novembre, da quando è stata sancita l’autonomia della Lega in relazione al format».
Figc: approvato il bilancio
Non è un mistero che, pur senza poter più intervenire in maniera diretta, il presidente federale sia un buon alleato per le big - in prima fila l’Inter, ma anche la Juventus - che vorrebbero una sforbiciata, e infatti ha aggiunto: «È una questione che non riguarda solo l’Italia, ma su cui ci si dovrebbe interrogare anche a livello globale, visto il successo della nuova Champions e l’arrivo del nuovo Mondiale per club». La Figc, dal canto suo, festeggia l’approvazione del bilancio consuntivo 2024, con un risultato positivo di 2 milioni di euro e un valore della produzione pari a 224 milioni: vicino al record raggiunto nel 2021 grazie ai premi per la vittoria dell’Europeo, nonostante i contributi ricevuti da Sport e Salute abbiano toccato il minimo storico.