Bud Spencer e Terence Hill
Ma il campionato è meraviglioso anche più in basso, all’altezza del clamoroso mischione per le posizioni Champions, dove la sceneggiatura pesca nella migliore tradizione delle risse di Bud Spencer: bisogna solo capire chi è Bud e chi Terence Hill, cioè chi va nella coppa più ricca insieme a Napoli e Inter. Juventus e Roma offrono avvincenti sottotrame del film del campionato: Ranieri sente odore di Leicester, perché portare la Roma in Champions varrebbe, nel suo cuore e nelle cronache, quanto quella favolosa Premier. Tudor combatte in uno scenario più prosaico, pieno di tranelli e difficoltà. Ieri la Juventus ha giocato un meraviglioso primo tempo, instillando un perfido dubbio: non è che in attacco gioca meglio quando non c’è Vlahovic? Poi Yildiz ha fatto qualcosa che a un ragazzo di 19 anni si può perdonare, al numero dieci della Juventus un po’ meno.
Yildiz, cose turche
«Gli servirà», ha detto Tudor e ha detto una cosa saggia. Perderlo potenzialmente per Bologna e Lazio (ma visto il fallo, l’atteggiamento del ragazzo e un arbitro irritantemente acerbo le due giornate sarebbero una punizione ingiusta e ingiustificata) è senza dubbio un problema per il tecnico, ma molto più piccolo di quello che - ormai lo ha capito pure lui - incombe sulla Juventus da inizio stagione: la totale assenza di leader. L’espulsione di Yildiz, inconveniente gestibile contro il Monza di ieri, ha cancellato tutta la sicurezza e la brillantezza del primo tempo, riaccendendo paure e generando confusione che nessuno, in campo, era in grado di maneggiare. Champions o non Champions, Tudor o non Tudor, la riflessione sul futuro della Juventus deve ripartire dalla creazione di un manipolo di giocatori e uomini veri. Senza quelli non bastano i milioni della Champions o dell’aumento di capitale per riavere una vera Juve.