Con un gol di un argentino, il Parma batte la Juventus da grande squadra. Ma non sono i tempi di Crespo anche se ci sono Thuram, Cannavaro e Di Vaio in tribuna, ma quelli di Pellegrino, con la vittoria degli emiliani - e anche di Cherubini - ad avvicinare la salvezza e la sconfitta dei bianconeri allontanare quel quarto posto disperato ultimo traguardo da centrare in un'annata storta. La Juve già non era una Ferrari, affidarla a un esordiente delle big come Motta rivelatosi inadatto, inesperto e incapace di riconoscere i propri errori e quindi anche incapace di imparare da questi è stato un errore che a Torino stanno pagando a caro prezzo e che appare come clamoroso ogni giorno che passa.
Il Parma di Chivu, sesta partita utile e capace di mettere in difficoltà e prendersi punti con le big, mette a nudo tutti i problemi ai quali Tudor sta provando a mettere una pezza dopo l'altra: una fragilità difensiva spaventosa non appena la sfera si stacca da terra, prendendo gol in continuazione su palle aeree, un centrocampo a cui mancano lampi e personalità di giocata - con le cessioni volute da Motta di Fagioli e Nicolussi Caviglia che gridano ancora vendetta - e un attacco dove anche il fantasma di Vlahovic, se viene meno, fa sparire ogni riferimento. Yildiz aveva nascosto con giocate e gol i grandi interrogativi di questa rosa e di questa stagione, appena non è stato al massimo i bianconeri sono caduti. E ora la Champions passa necessariamente attraverso vittorie già complicate ma che potrebbero anche non bastare.