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Allegri, aria di divorzio Juve: dalle vittorie di Agnelli alla lettera di Elkann

Allo Stadium va in scena il duello tra Max e Pioli, due tecnici che hanno perso appeal con le rispettive tifoserie e vivono questa coda della stagione con il peso del pregiudizio

Allegri e Pioli, due uomini soli

Allegri e Pioli: due uomini soli. Perciò si faranno compagnia. Anche nei ricordi da doppi ex. E perfino nei gol passati alla storia. Il ventenne e riccioluto Pioli, vestito di bianconero, corse ad abbracciare Platini a Tokyo, nella rete annullata più iconica della storia del calcio. Il quarantenne e discretamente pettinato Allegri, in abito rossonero, rimase inebetito quando annullarono il gol a Muntari. Incroci. Sliding doors. Ne è piena la loro storia. Addirittura quella di pochi mesi fa: il Milan di Pioli ha giocato la Champions “grazie” alla penalizzazione della Juve di Allegri. Ora uno migliora di sicuro il quinto posto dell’anno scorso e l’altro spera di rimontare e arrampicarsi sul secondo gradino del podio, per migliorare i piazzamenti collezionati nelle ultime due stagioni. La seconda stagione di Allegri alla Juve ha le recensioni come le serie tv. Tre episodi anziché cinque e - classica frase accompagnata da un sospiro - “la prima era nettamente più bella”. Peccato che, mentre scorrevano live le immagini della prima stagione, compariva anche l’avviso “film per bambini non accompagnati da genitori che pensano solo alla Champions”. Tifosi incontentabili. Vale anche per il Milan di Pioli: si vedevano giocate che non avevano bisogno di gioco, semplicemente lo abbellivano. Il centrocampo cucinava sorrisi e palloni. La Juve di Vidal-Pirlo-Pogba si era evoluta in Khedira-Pjanic-Matuidi: un pochino meglio di McKennie-Locatelli-Rabiot… Il Milan che oggi utilizza Adli, Bennacer e Loftus-Cheek, aveva mescolato Calhanoglu, Kessie e Tonali. Non c’è paragone.

Il futuro di Allegri e Pioli

Infatti erano anni difficili anche per l’Inter di Spalletti e il Napoli di Ancelotti oppure la stessa Inter di Inzaghi, per citare tre allenatori che adesso - giustamente - sono molto “in”. Loro, inesorabilmente “out”. Tre lettere. Non una di più. Come Max e Ste, immaginando la sigla posta su ogni foglio della rescissione di contratto, se ci sarà. Poi, all’ultima pagina, la firma leggibile e per esteso, ma sotto al compenso pattuito. Che non è secondario. Hanno ancora un anno di contratto. Allegri più staff, Pioli più staff. E a proposito di staff, un altro link, una figurina che li unisce: Marco Landucci, vice bianconero, era compagno dell’attuale tecnico rossonero nella Fiorentina di fine anni Novanta. Il calcio è un intreccio di storie.

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