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Calciopoli e la stella a tavolino: 18+1 uguale 20, l'equazione Inter

Successo sul campo legittimo e meritato ma nel conto non si può considerare quello scudetto surreale, davvero troppo grottesco per rimanere seri

Scudetti Inter: 19 sul campo e il tavolino

Passiamo al merito, quindi. L’Inter sta realmente per vincere il suo ventesimo scudetto, come da albo d’oro ufficiale? La risposta di qualunque sportivo e di qualunque giornalista, quantomeno fuori dai circuiti ufficiali, è ovviamente negativa: i nerazzurri hanno vinto 18 scudetti sul campo e sono a un passo dal festeggiare il diciannovesimo. “Ma ci sono le sentenze”, farfuglia qualcuno. “Noi chiamavamo solo per difenderci”, aggiungono altri e io, lo ripeto, sono solidale con loro, perché gliel’hanno raccontata così.

Ma poi c’è la verità storica, che non è confutabile: come noto, il titolo del 2006, relativo a un campionato non oggetto di indagini, viene assegnato a tavolino alla terza classificata, staccatissima dalle prime, per decisione di un ex dirigente dell'Inter, Guido Rossi, nonostante il parere dei 3 “saggi” che insiste sul potere discrezionale della FIGC di non assegnarlo, intimando in particolare la “non assegnazione del titolo di campione d’Italia alla squadra divenuta prima in classifica a seguito della penalizzazione della squadra o delle squadre che la precedevano se, alla luce di criteri di ragionevolezza e di etica sportiva (ad es. quando ci si renda conto, ancorché senza prove certe, che (…) anche squadre non sanzionate hanno tenuto comportamenti poco limpidi), le circostanze relative al caso di specie rendono opportuna tale non assegnazione”. Il titolo, insomma, pur se totalmente slegato rispetto a quanto visto in campo, viene assegnato in fretta e furia da un vecchio amico del club alla terza classificata.

 Bizzarro, certo, ma siamo nel 2006, quando ancora la difesa di Moggi non ha portato alla luce la lunga serie di telefonate dimenticate dei massimi responsabili nerazzurri con arbitri (!) e designatori arbitrali e il pm Narducci garantisce  ancora che “piaccia o non piaccia, non esistono telefonate” tra i dirigenti nerazzurri e quelli arbitrali. Invece, lo scopriamo qualche anno dopo, le telefonate esistono eccome e le più gravi sono tutt’altro che meramente difensive rispetto allo strabordante potere di Juve e Milan.

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