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Le verità del calcio? Nelle zone grigie! Nessuno ricorda più che vi furono misteri clamorosi

Misteri clamorosi

A questo si univa la fretta, sostenuta dalla necessità di arrivare a sentenze celeri in barba a “giusto processo” e tutela delle difese. Ormai prevale la narrazione, ma nessuno ricorda più che vi furono misteri clamorosi come la scomparsa del video girato a Coverciano che avrebbe (già, avrebbe...) dovuto sostanziare l’accusa sui sorteggi arbitrali truccati. Sparito e sostituito da foto taroccate, al punto che per questo “falso” fu indagato lo stesso magistrato, Narducci, che produsse la “prova regina” con mezzi artefatti. Nessuno ricorda nemmeno che i tre saggi nominati dall’allora commissario Figc Guido Rossi non imposero affatto di assegnare lo scudetto all’Inter.

La zona grigia nel calcio

Anzi, tra le righe, i tre saggi Gerhard Aigner, Massimo Coccia, Roberto Pardolesi consigliavano cautela: “la FIGC ha certamente il potere discrezionale di deliberare la non assegnazione del titolo di campione d'Italia alla squadra divenuta prima in classifica a seguito della penalizzazione della squadra o delle squadre che la precedevano se, alla luce di criteri di ragionevolezza e di etica sportiva (ad es. quando ci si renda conto, ancorché senza prove certe, che le irregolarità sono state di numero e portata tali da falsare l’intero campionato, ovvero che anche squadre non sanzionate hanno tenuto comportamenti poco limpidi), le circostanze relative al caso di specie rendono opportuna tale non assegnazione”. Ecco, “ci si renda conto ancorché senza prove certe”: sapevano i saggi, eccome, che nel calcio prevale la zona grigia.

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