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Verità? Meglio la velocità...Torsello sconcerta tutti

Il giudice del -15 alla Juventus espone i capisaldi della giustizia sportiva: «Le certezze assolute rallentano. Conta di più la tempestività» Ma la domanda è: a quale prezzo?

«Il codice di giustizia sportiva si adegua ai principi processuali generali, ma non come automatica trasposizione di questi istituti, altrimenti perderebbe di peculiarità quali la tempestività e la speditezza, che sono coessenziali alla giustizia sportiva in quanto i processi devono essere veloci e immediati», ha spiegato il giudice. Già, ma a che prezzo? La risposta è sintetizzata ancora nelle parole di Torsello: «Le certezze assolute comporterebbero un rallentamento del procedimento sportivo, diversamente da quanto prevede il principio di tempestività. Il fine principale del giudice sportivo è quello di affermare i principi di lealtà e trasparenza, quindi gli organi devono considerare meno stringenti le regole formali rispetto a quelle sostanziali che incarnano questi valori». Apriti cielo.

Velocità senza certezza: un concetto del diritto che spaventa

Che la velocità sia una delle stelle polari della giustizia sportiva non è una novità, ma appare sconcertante e non solo ai tifosi della Juventus che in nome di questa si riconosca che possa venir sfumato anche il concetto di verità e un pilastro giuridico come la “ragionevole certezza”, soprattutto quando si appioppano condanne pesantissime come il -15. Per intenderci: se un appassionato di calcio si accomoda in tribuna per assistere a una sfida di rugby, non potrà lamentarsi del pallone ovale, dei placcaggi o dei passaggi unicamente all’indietro. Questione di contesto: le discipline sono anche simili, ma non uguali. Su alcuni paletti, però, non si può scendere a compromessi: chi fa più punti durante una partita è inevitabile che al fischio finale vinca, per esempio, si parli di calcio o di rugby. E questo è necessario che avvenga anche nel passaggio dal rigore della giustizia ordinaria alla maggiore elasticità della giustizia sportiva. Il rischio, altrimenti, è quello di sentenziare con la leggerezza di una certezza soltanto relativa sull’operato di realtà come la stessa Juventus, azienda che vanta 8 milioni di tifosi e un fatturato di quasi 500 milioni di euro. E che - al pari di tutti gli altri club, s’intende - merita giudizi che non siano intaccati dalla frenesia.

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