ROMA - Senza filtri come sempre, Aurelio De Laurentiis, che ha risposto ai cronisti a margine della presentazione del volume "Codice di Giustizia Sportiva Figc" - Edito da Giuffrè Francis Lefebvre - dell'avvocato della Federcalcio Giancarlo Viglione al salone d'onore del Coni. Lo ha fatto come al solito, con il sorriso sulle labbra e il consueto sarcasmo, con il quale ha mandato una frecciata neanche troppo velata al presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini: "Non gli date retta, è schiavo di Lotito". Rideva mentre lo diceva, ma lo ha fatto in modo che potessero sentirlo tutti, compreso ovviamente il diretto interessato che era proprio lì accanto a lui.
Caso Juventus, le parole di De Laurentiis
Quando gli è stato chiesto se il caso Juventus potesse essere l'inizio di una nuova "calciopoli", il presidente del Napoli ha sottolineato di non essere la persona adatta a parlarne, entrando poi nello specifico: "Delle vicende della Juventus non ne parlo. Ci penseranno i magistrati che stanno verificando. Non è compito mio, mi dispiace solo che il calcio non sia portatore sempre di quei valori che dovrebbero essere d'esempio per le nuove generazioni". Poi ha aggiunto: "Il calcio è malato dall'alto. Non si vuole capire che non ci sono sufficienti risorse per andare ancora avanti con questa tipologia di campionato e non si vuol fare la rivoluzione copernicana, perché bisogna essere rieletti. Questo è il problema di tutti quelli che sono sottoposti alla rielezione nel mondo della politica, dell'industria, dei sindacati e dello sport. Nel mondo dello sport purtroppo la sorveglianza è latente e la volontà di modificare e crearsi magari delle antipatie è difficile trovarla".