TORINO - Creatività e plusvalenze. Se la prima si conferma stella polare per il mercato della Juventus - e dei top club del pallone in generale -, le seconde rappresentano per Fabio Paratici un ingrediente da miscelare con cura alle necessità tecniche. E in tutte le loro forme, compresa - nella peggiore delle ipotesi - quella almeno della non minusvalenza. Uno scenario a cui stanno lavorando da mesi alla Continassa intorno alla figura di Douglas Costa, protagonista di una deludente stagione (703' in campo appena) in prestito al Bayern Monaco. Il brasiliano non verrà riscattato dai bavaresi, ma il suo futuro non tornerà nemmeno a tingersi di bianconero: a Torino sull'esterno gravano perplessità tecniche, al punto di aver deciso di rinunciare a lui già la scorsa estate per la scarsa affidabilità fisica, ma anche economiche, in virtù di un contratto da 6 milioni netti a stagione (con scadenza nel 2022) che cozza con la necessità di ridurre il monte ingaggi.

Per questo motivo ogni soluzione per alleggerire la prossima rosa del peso del funambolico verdeoro è sondata con interesse e, una in particolare, sta catturando l'attenzione dei dirigenti bianconeri. A manifestare il gradimento maggiore, in un quadro di mercato all'insegna del romanticismo, è stato finora il Gremio («Ho già parlato con lui e mi è sembrato molto interessato», ha dichiarato il tecnico Renato Portaluppi), ovvero il club che ha lanciato Douglas Costa verso l'Europa. La capacità delle casse societarie è però limitata per poter affrontare un'operazione così onerosa, considerazione che ha solleticato in Paratici l'idea di un salto nel... passato. E in particolare al 2015, quando si consumò il ritorno di Carlos Tevez al Boca Juniors nonostante difficoltà analoghe a quelle attuali.

Tutti gli approfondimenti sull'edizione di Tuttosport