MILANO - Ibra sì. Ibra forse. Pretattica? Vera preoccupazione? Oggi Stefano Pioli scioglierà le ultime riserve su Zlatan Ibrahimovic, ma la sensazione forte è che alla fine lo svedese questa sera ci sarà, lui che ha griffato l’ultima vittoria del Milan in casa dell’Inter: era il 14 novembre del 2010 e i rossoneri vinsero 1-0 con un calcio di rigore trasformato da Ibra sotto la Curva Nord. Un gol e un successo che simbolicamente rappresentarono il passaggio di testimone fra l’Inter, campione d’Italia e reduce dal Triplete, e il Milan di Massimiliano Allegri che a fine campionato vinse poi lo scudetto.
Precauzione massima
Ibrahimovic domenica scorsa non ha giocato contro il Verona a causa dell’influenza, ma soprattutto - come si è capito nel corso di questa settimana - per un affaticamento muscolare al polpaccio rimediato la sera di Milan-Torino di Coppa Italia (28 gennaio), quando era subentrato al 20’ della ripresa per aiutare i suoi a superare il turno, salvo poi dover giocare, a causa dei supplementari, un’ora abbondante nel freddo. Ibra da martedì ha infatti iniziato un percorso personalizzato di rientro graduale in gruppo, a dimostrazione che il problema al polpaccio, seppur lieve, era da non sottovalutare. «Zlatan ha svolto un lavoro programmato per vederlo arrivare oggi (ieri, ndr) con la squadra. Ha fatto tutto quello che era giusto fare per recupera dall’influenza e dal problema al polpaccio. Se ci sarà, sarà della partita», ha spiegato ieri Pioli. E Ibrahimovic l’allenamento in gruppo, il secondo della settimana dopo quello di venerdì (quando però aveva saltato la partitella finale), l’ha svolto. Dunque ci sarà? Al 99% sì, anche perché Ibra non vuole perdersi la sfida contro la sua ex squadra e contro un tecnico, Antonio Conte, che lo stima e che lo avrebbe voluto allenare al Chelsea. La precauzione è stata massima perché, come dimostrato contro il Verona la scorsa settimana, senza Ibra questo è un Milan più povero e meno pericoloso in area, anche perché ceduto Piatek non è arrivato un alter ego dello svedese. E siccome il Milan la prossima settimana si giocherà una buona fetta della semifinale di Coppa Italia contro la Juventus (andata a San Siro giovedì 13), era giusto curare al meglio qualsiasi dettaglio. Anche perché Ibra, per quello che fa in campo e per quello che gli viene richiesto, non aveva bisogno di svolgere cinque-sei allenamenti al top, ma di mantenere la condizione.
L'accentratore
Ibra ha dimostrato in questo suo mese abbondante di Milan-bis di gradire un giocatore al suo fianco nel 4-4-2, ma stasera Pioli potrebbe chiedergli un lavoro differente, visto che potrebbe giocare da unica punta con tre trequartisti alle sue spalle in un 4-2-3-1. Ibra dunque dovrà essere ancora di più totem della squadra, colui che attirerà a sé i palloni e dovrà coordinare la fase offensiva, cercando - ovviamente - anche di finalizzarla. Ma quel che conta, per Pioli, i compagni, i dirigenti e l’ambiente, è il suo recupero, perché questo Milan, con Ibra in campo, è un altro Milan.
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