Centosettantacinque miliardi di euro. Al comune mortale è persino difficile immaginare la portata di questa cifra che riassume il fatturato nel 2018 dei due colossi Exor e Suning, azionisti di maggioranza rispettivamente della Juventus e dell’Inter. Il derby d’Italia visto attraverso le due proprietà è un confronto tra imperi, nati a distanza di quasi 70 anni, appartenenti a culture e settori diversi: automobili e partecipazioni in holding da parte bianconera, commercio di elettrodomestici ed elettronica sul versante nerazzurro. Spicca una caratteristica dimensionale: il giro d’affari di Exor è quasi cinque volte superiore a quello di Suning, 143.2 miliardi di ricavi nel 2018 contro i 32 del gruppo cinese, capitanato da Jindong Zhang, che però negli ultimi anni sta accelerando la crescita e riducendo il gap. Nella classifica di Fortune 500, che raggruppa i primi 500 gruppi economici mondiali in base al fatturato, Exor si posiziona 24ª, perdendo 5 posizioni, mentre Suning fa un balzo in avanti, passando dal 427° al 333° posto.