TORINO - Non potrebbero essere più diversi, nel fisico e negli atteggiamenti: il ragazzino imberbe e il guerriero un po’ bilioso, il giocoliere e il prode soldato, la Joya sorridente e il Mandzo dallo sguardo simpaticamente torvo. A Torino, nella Juventus, nel mondo sabaudianamente ovattato di Vinovo sono entrati insieme. A Shanghai si son presi la Supercoppa 2015 inscenando un duetto così godurioso da stendere la Lazio di Miro Klose. Un bel giorno, tre scudetti e tre Coppe Italia dopo, alla Continassa hanno trovato - in tempi diversi per via del Mondiale - Cristiano Ronaldo. E la vita cambiò. Ora Dybala e Mandzukic rischiano di doversi separare. Tutta colpa, si fa per dire, della necessità di mettere CR7 nelle migliori condizioni possibili perché già dal nuovo incrocio di sabato con i biancocelesti l’esplosività del Pallone d’Oro si concretizzi in gol ed esultanze in serie. C’è chi la chiama concorrenza, nel caso di Paulo e Mario si tratterà di un sano dualismo: un derby in famiglia. Senza urla né schiaffi, al massimo un buffetto da parte di chi nel fisico non teme confronti: un colosso croato, 10 chili e 14 centimetri più grosso e alto del compagno.
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