TORINO - Preoccuparsi no. Approfondire una riflessione sulla batosta di Dublino, quella sì, è necessario che sia fatta tra il presidente De Laurentiis ed il coach Ancelotti. Ritrovare il “bel Napoli che fu” è l’obiettivo principale, prima ancora degli ultimi rinforzi per sistemare una squadra apparsa in balia dei suoi ricordi, piuttosto che del Liverpool già straripante in previsione Premier League. Una prima analisi, sicuramente anche severa, è stata fatta ieri mattina da Ancelotti sul campo di Maynooth, a 22 chilometri da Dublino e con una temperatura di 22 gradi. Quella percepita, però, era decisamente più calda, perché il 5-0 non è andato giù a nessuno dei protagonisti. E’ giusto ricordarlo per evidenziare la caratura dell’avversario, ma nessuno prenderà come alibi la forza esplosiva dell’attacco Reds (è la squadra che ha segnato più gol nell’ultima Champions League, è arrivata seconda nella classifica gol segnati, dietro il City, nell’ultima Premier) ed il suo livello più avanzato di preparazione (ha giocato 8 amichevoli, il doppio degli azzurri). Squadra ed allenatore devono guardarsi negli occhi, in fretta, e prendere atto che i calciatori sono gli stessi degli ultimi tre anni. Però è cambiata completamente la filosofia, la strategia tattica che era stata mandata giù a memoria sotto la gestione del maestro Sarri. Altrimenti non si può spiegare perché una squadra che si conosce a menadito in ognuno degli interpreti, è sembrata spaesata e smarrita, soprattutto nei primi 20’ col Liverpool.

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