TORINO - Quando il pallone di Mounier è finito alle spalle di Buffon dopo appena 5 minuti, quando quelli che giocano davanti hanno cominciato a sprecare occasioni con una cadenza cronica e quindi piuttosto preoccupante, molti - forse per primo Allegri - hanno pensato: ecco, dai, ci risiamo, quest’anno va così. Invece no, stavolta la Juventus ha avuto la forza per rialzare la testa e la determinazione per rimettere le cose a posto. Ci hanno messo un po’ di tempo, i campioni d’Italia, però ci sono riusciti con una confortante esibizione di muscoli. Nei tre gol che hanno schiantato il Bologna e sancito una sorta di pace con lo Stadium, c’è sempre stata la presenza/essenza di Morata: il pareggio è suo, il rigorino trasformato da Dybala l’ha preso lui, l’assist per Khedira l’ha confezionato lui. Sant’Alvaro va tenuto stretto, poi il resto arriverà poco alla volta, senza l’ansia di dover vincere a qualsiasi costo, senza l’obbligo di dimostrare che le prime sei giornate di campionate sono state una brutta eccezione alla regola. Con un consiglio: continuare a ignorare la classifica, ché alla ripresa, il 18 ottobre, c’è solo l’Inter. A San Siro...