TAVECCHIO: CHIESTO INCONTRO CON ALFANO - "Lo Stato deve proteggere il calcio dai violenti con azioni deterrenti ed applicando pene severe. Per questo il Consiglio federale della Figc ha chiesto un incontro urgente col Ministro dell'Interno per cercare di capire attraverso un nuovo protocollo di intesa cosa proporre di nuovo o come applicare l'esistente in modo efficace". Sono le parole del presidente della Figc, Carlo Tavecchio, all'indomani dei fatti avvenuti nel derby tra Torino e Juventus. "Bisogna investire sulla crescita della cultura sportiva del Paese perché il calcio è lo specchio, nel bene e nel male, delle frizioni esistenti nella società civile italiana - aggiunge Tavecchio a margine del Consiglio federale -. Sotto il profilo delle politiche di contrasto, il mondo del calcio ha l'obbligo di assumersi le proprie responsabilità, e lo farà nell'ambito delle proprie competenze, ma lo Stato dovrà proteggere il calcio dai violenti con azioni deterrenti ed applicando pene severe". "È troppo comodo dire che la Federcalcio deve prendere provvedimenti. La Figc non ha gli strumenti per fermare un'orda di barbari, altrimenti ci chiameremmo 'corpo di sicurezza' e non federazione" sottolinea Tavecchio prima di fare una riflessione personale: "In un paese che fa parte di una Comunità europea, che ha da almeno 8 anni una crisi economica notevole, le tensioni sociali e le questioni che creano fibrillazioni da un po' di tempo trovano sfogo non tanto nelle piazze ma negli stadi e negli anti-stadi. E questo è un problema che non può essere relegato alla Federcalcio come possibilità di sanarlo con mezzi propri. La Figc anzi in questi casi è anzi parte lesa, e quindi il calcio perde la sua etica per colpa di delinquenti".
TAVECCHIO: CHIESTO INCONTRO CON ALFANO - "Lo Stato deve proteggere il calcio dai violenti con azioni deterrenti ed applicando pene severe. Per questo il Consiglio federale della Figc ha chiesto un incontro urgente col Ministro dell'Interno per cercare di capire attraverso un nuovo protocollo di intesa cosa proporre di nuovo o come applicare l'esistente in modo efficace". Sono le parole del presidente della Figc, Carlo Tavecchio, all'indomani dei fatti avvenuti nel derby tra Torino e Juventus. "Bisogna investire sulla crescita della cultura sportiva del Paese perché il calcio è lo specchio, nel bene e nel male, delle frizioni esistenti nella società civile italiana - aggiunge Tavecchio a margine del Consiglio federale -. Sotto il profilo delle politiche di contrasto, il mondo del calcio ha l'obbligo di assumersi le proprie responsabilità, e lo farà nell'ambito delle proprie competenze, ma lo Stato dovrà proteggere il calcio dai violenti con azioni deterrenti ed applicando pene severe". "È troppo comodo dire che la Federcalcio deve prendere provvedimenti. La Figc non ha gli strumenti per fermare un'orda di barbari, altrimenti ci chiameremmo 'corpo di sicurezza' e non federazione" sottolinea Tavecchio prima di fare una riflessione personale: "In un paese che fa parte di una Comunità europea, che ha da almeno 8 anni una crisi economica notevole, le tensioni sociali e le questioni che creano fibrillazioni da un po' di tempo trovano sfogo non tanto nelle piazze ma negli stadi e negli anti-stadi. E questo è un problema che non può essere relegato alla Federcalcio come possibilità di sanarlo con mezzi propri. La Figc anzi in questi casi è anzi parte lesa, e quindi il calcio perde la sua etica per colpa di delinquenti".