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Carlinho e Vinicius, è un Brasile mondiale

Carlinho e Vinicius, è un Brasile mondiale Getty Images
Ancelotti, festa di compleanno con la prima vittoria alla guida della Seleçao e la qualificazione. Contro il Paraguay ha deciso l’attaccante del Real, che aveva spinto la Federcalcio a scegliere come ct il suo mentore a Madrid

Un regalo non da poco ha ricevuto da Carlo Ancelotti per i suoi 66 anni: la sua prima vittoria da selezionatore del Brasile. Sotto forma di uno striminzito e 'italiano' 1-0 contro il Paraguay, a firma di Vinicius jr, la Seleção è infatti riuscita a sbloccarsi, seppur a fatica. Un successo che è servito a garantire il pass alla fase finale dei Mondiali, nei quali Carletto, anzi Carlinho, è intenzionato a riscattare l’amarissimo secondo posto ottenuto da assistente azzurro di Arrigo Sacchi nel 1994. Interrogato sulla maggior solidità della sua difesa, con due partite di seguito senza subire reti, l'allenatore emiliano ha spiegato in modo scherzoso: «Beh, sono italiano». La zampata sotto porta del suo fedelissimo Vinicius, uscito poi malconcio a fine partita, è stata fondamentale e anche simbolica nella vittoria di San Paolo. Perché se Ancelotti è diventato il commissario tecnico della Nazionale con più stelle sul petto, e l'unica ad aver partecipato a tutte le edizioni della competizione iridata, è un po' anche merito dei suoi uffici con la Federazione. Così come ai bei tempi del Real Madrid, Vini ha aiutato Ancelotti. E viceversa. Perché l'approdo dell'allenatore italiano è stato importante per dare una scossa a tutto l'ambiente, ormai piuttosto depresso. Quattro punti su sei, il bel gioco arriverà. Per il momento, l'obiettivo è stato centrato. E, con le prossime uscite contro Cile e Bolivia da preparare per i primi di settembre, ci sarà tempo per lavorare. E chissà, magari anche per pensare a un reintegro di quel Neymar che tutto il Paese vuole nuovamente in campo, nonostante una carriera e un fisico logorati negli ultimi due anni. 

Tutti i risultati

A proposito di un possibile ritorno di O Ney, Carletto ha fatto capire di non avergli chiuso le porte: «Neymar può giocare ovunque. Abbiamo una settantina di giocatori da osservare, non c’è ancora una lista definitiva». Come numero 10, dunque, il paulista potrebbe essere riconsiderato arruolabile. Perché sulle fasce ci sono già Vinicius e Raphinha, al top della loro forma, mentre manca un giocatore creativo in mezzo al traffico, dove le idee valgono più di uno scatto. Nel frattempo, anche l'Ecuador fermato sullo 0-0 dal Perù ha assicurato il suo posto al Mondiale. A un'incollatura dal pass si trovano pure l'Uruguay e il Paraguay. La Celeste, allenata da Marcelo Bielsa, si è imposta per 2-0 sul Venezuela e ha raggiunto a quota 24 proprio i vicini biancorossi guidati da Gustavo Alfaro, alla prima sconfitta nelle qualificazioni. A queste due squadre ha invece mancato l'aggancio la Colombia, a un passo dal colpaccio al Monumental di Buenos Aires. Luis Diaz aveva illuso i Cafeteros al 24’ con un gol alla Messi, andando via a tre giocatori argentini e infilando Dibu Martinez. Dopo l'espulsione al 70’ di Enzo Fernandez per un fallaccio, i giochi sembravano fatti. Ma all'81’ Thiago Almada ha estratto il coniglio dal cilindro trovando un diagonale secco che ha portato al pari. Con 4 punti in più sul Venezuela, però, alla Colombia manca davvero pochissimo per ottenere la qualificazione diretta. A un punto dalla Vinotinto, settima, c'è la Bolivia, che ha battuto il Cile e condannato l'allenatore Ricardo Gareca alle dimissioni. Nove anni fa campione d'America, oggi la Roja è ultimissima.  
 
Risultati: Argentina-Colombia 1-1, Bolivia-Cile 2-0, Brasile-Paraguay 1-0, Perù-Ecuador 0-0, Uruguay-Venezuela 2-0 
Classifica: Argentina, 35; Ecuador, Brasile 25; Uruguay, Paraguay 24; Colombia 22; Venezuela 18; Bolivia 17; Perú 12; Cile 10 
Regolamento: le prime 6 qualificate al Mondiale, la 7ª agli spareggi

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