Home

Calcio

Formula 1

Moto

Motori

Basket

Tennis

Volley

Tuttosport

LIVE

Benitez: "La Juventus risalirà. Allegri è bravo. A Spalletti ho detto che..."

L'ex allenatore del Napoli a ruota libera su calcio italiano e Qatar 2022: "L'Italia deve ripartire dai vivai. Il Mondiale? Lo vincerà il Brasile, ma anche la Francia sta facendo molto bene"

Le piacerebbe tornare ad allenare in Italia?
«Sì, mi piacerebbe lavorare in una squadra che può competere per qualcosa. La difficoltà è questa: se vai in una squadra e non hai i soldi devi avere il progetto giusto, la mentalità giusta e devi usare la tua esperienza. Bisogna lavorare col vivaio, coi giocatori che hai. Possiamo utilizzare l’esperienza per trovare un equilibrio tra il mercato e coltivare i giovani». 
 
Molti club, ora, tendono però a preferire allenatori giovani...
«C’è questa tendenza, è vero. Ma io amo il mio lavoro, che è quello di sviluppare i giocatori, di competere con gli altri e soprattutto: vincere. So come farlo. E penso proprio che la mia più grande forza sia l’esperienza. Alla gente piace parlare di calcio moderno, ma il fondamento è sempre lo stesso: creare occasioni, segnare gol, vincere. E se sei esperto, sai come affrontarlo, incluso come affrontare la pressione...». 
 
Potrebbe allenare una Nazionale in futuro?
«Può essere interessante, ma ora preferisco stare in campo ogni giorno e trasmettere la mia esperienza. Ho rifiutato alcune offerte da altri paesi, perché preferisco lavorare in Europa». 
 
A proposito di Nazionali, che ne dice di questo Mondiale?
«E’ interessante, sì. Tutte le Nazionali hanno qualità e ci sono novità da parte dei squadre come Stati Uniti e Arabia». 
 
La Francia è incredibile: tante assenze di sostanza eppure continua a vincere, a trovare altri giocatori forti...
«Perché ha una rosa ampia e di qualità: chi subentra a sostituire gli altri non li fa rimpiangere. Un po’ come il Brasile. E poi mi piace molto la Spagna». 
 
La Germania paga l’assenza di un centravanti di ruolo...
«In effetti hanno cambiato un poco il loro modo di giocare: cercano di più il fraseggio, ma se ti trovi di fronte alle difese chiuse fai più fatica».  
 
La mancata qualificazione dell’Italia l’ha stupita?
«E’ un fatto difficile da spiegare ed è un peccato. Perché l’Italia porta con sé da sempre una grande competitività, un’abitudine a vincere che si educa fin da bambini. Che vanno al campo per vincere, non per giocare soltanto, già da piccoli. E nei tornei di quel tipo è spesso un’abitudine che fa la differenza». 
 
E’ la spia più preoccupante dei problemi del nostro calcio?
«Bisogna lavorare tanto sui vivai, far crescere i giovani e affiancarli anche a giocatori esperti. Poi comunque siete campioni d’Europa: ho un grande rispetto per il calcio italiano». 
 
Chi vincerà il Mondiale?
«Il Brasile, credo, perché hanno tanti giocatori e se si fa male qualcuno quello che entra è anche meglio. Ma anche la Francia sta facendo molto bene».

Abbonati a Tuttosport

L'edizione digitale del giornale, sempre con te

Ovunque ti trovi, tutte le informazioni su: partite, storie, approfondimenti, interviste, commenti, rubriche, classifiche, tabellini, formazioni, anteprime.

Sempre con te, come vuoi