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Buffon para le critiche: «Il tiro al piccione non mi tocca»

ANSA

Il portiere della Juventus e dell'Italia, attaccato dopo il ko in Spagna, pensa solamente alla nuova sfida di qualificazione mondiale contro Israele 

TORINO - Alla soglia dei 40 anni e con 170 partite in azzurro sulle spalle, con un titolo mondiale in bacheca a far compagnia ad altre decine di trofei e il titolo di miglior portiere della Champions League appena ritirato a Montecarlo, Gigi Buffon ha le spalle abbastanza larghe per non farsi abbattere dalle critiche piovutegli addosso dopo il 3-0 incassato dall’Italia al ‘Bernabeu’ per mano della Spagna. «Nel calcio tutto è opinabile e spesso l'opinione viene fatta passare per verità – ha detto il capitano azzurro, seduto vicino al ct Gian Piero Ventura alla vigilia della sfida di qualificazione mondiale contro Israele -. Le critiche vanno accettate come l'alternarsi delle stagioni e sono inevitabili. Va bene così. Ti senti ferito se realmente vai incontro a delle critiche reali e costruttive, se c'è il tiro al piccione non intacca quello che sono e quello che voglio continuare a essere». Di certo Buffon non alcuna intenzione di gettare la spugna di fronte ai suoi detrattori, che lo hanno colpevolizzato soprattutto per il gol dell’1-0 segnato da Isco su punizione, come ha fatto invece l’israeliano Eran Zahavi (stella della squadra cinese del Ghuangzou) che ha clamorosamente rinunciato alla fascia e alla maglia della sua Nazionale dopo le critiche ricevute per l'ultima prestazione contro la Macedonia. «Zahavi? Con questo gesto – conclude il numero uno della Juventus - passa dalla parte del torto».

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