Leggenda di solito si dice dei campioni che hanno terminato la carriera: è soprattutto quello il rischio che la Juve, bruciata dal caso Anelka, non vuole più correre: infatti nelle trattative non si è spinta oltre un annuale.
«Per leggenda intendevo un fuoriclasse che ha fatto la storia e che vedendolo da vicino è ancora più impressionante. Didier abbina fisico, forza, classe, esperienza internazionale a una grandissima serietà. E’ una bestia, al di là dei 36 anni».
Come li porta i 36 anni?
«Alla grande. Sembra un 30enne, ha un fisico statuario. Quando prende posizione in area, spostarlo è complicatissimo. E’ ancora un attaccante micidiale in area e determinante con gli assist. Quello che avete visto fargli contro la Juve in Champions, l’ha ripetuto un sacco di altre volte durante la stagione».
Ma è ancora un giocatore mobile?
«A modo suo, sì. Didier cerca di gestirsi. Se gli affidi un compito in fase difensiva, tipo sui calci d’angolo o sulle punizioni contro, non è uno a cui lo devi ripetere due volte: si fionda in zona. Avercene dei giocatori così».
Ha sentito ultimamente Drogba?
«Ci siamo salutati in Turchia, all’ultima partita: Didier era infortunato, ma si è presentato comunque. In quell’occasione ci ha comunicato che avrebbe lasciato il Galatasaray. Adesso è svincolato».
Ma non avete provato a fargli cambiare idea?
«E’ un tipo che ama provare esperienze nuove. Del calcio italiano non abbiamo parlato, ma non mi stupirei di vederlo in serie A. Anche se con Mourinho ha un feeling incredibile e il Chelsea è casa sua: a Stamford Bridge, in Champions, gli hanno riservato una accoglienza da brividi quando siamo andati a giocare a Londra».
Lei conosce bene anche Tevez: come lo vedrebbe in coppia con Drogba?
«Sarebbero perfetti, sono due vincenti. Carlos ama svariare e girando attorno a Didier si esalterebbe. Sono questi i giocatori che ti fanno compiere il salto di qualità in Champions».
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