TORINO - A volte, semplicemente, capita. Capita e c’è poco da farci, non serve cercare una sola spiegazione, perché poi la realtà ti frega come suo solito, presentandoti quel caleidoscopio di sfaccettature che compongono la complessità. Come si spiega, per esempio, che Jadon Sancho non sia uno dei calciatori più in voga del panorama calcistico europeo? Ci sono le pressioni ambientali che possono rendere pesanti come pietra le stesse gambe che prima viaggiavano velocissime. C’è il cartellino del prezzo – 85 milioni pagati dal Manchester United al Borussia Dortmund -, che si appiccica addosso senza che si riesca a scollarlo. C’è la sfortuna di ritrovarsi, proprio malgrado, nel posto sbagliato al momento sbagliato.
La Juve insiste per Sancho
E, per finire, certo, ci sono anche le responsabilità individuali: quell’allenamento non fatto a tutta, quell’occasione sprecata, quel briciolo di pigrizia di troppo. Ecco presentato il bouquet. E la sua gradevolezza dipende dal punto di vista: dalle parti di Manchester c’è chi ci vede i fiori appassire, mentre altri fiutano nell’aria un affare di mercato. Tra questi c’è anche la Juventus. Cambiano i management, ma certi profili restano lì, nella lista dei desideri. Dossier tanto convincenti che, al momento del cambio della guardia, ci si pensa più di una volta prima di fare un totale repulisti e gettare via tutto. Giuntoli ha lavorato su David e Sancho. Adesso è Comolli ad assicurarsi il canadese, mentre preme sull’acceleratore per l’inglese.