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Casse Juve: la mossa di Elkann, che cambia per Comolli e le variabili Motta e Vlahovic

Dentro la scelta di rinforzare la stabilità patrimoniale del club bianconero: cosa significa e cosa comporta

TORINO - La immissione di denaro fresco da parte di Exor, per la precisione di altri 15 milioni dopo i 15 già versati a fine marzo, è da interpretare prima di tutto come la conferma dell’impegno della proprietà: nei confronti del club, che può così avere un rafforzamento della situazione patrimoniale tale da mantenere alta l’operatività sul mercato. Non che ci fossero paletti che la Juve doveva rispettare: a livello di indice di liquidità, per esempio, non c’era nessuna problematica o scadenza di cui tenere conto. Quella di John Elkann è una iniezione di liquidità che in gergo si definisce “accelerated bookbuilding”, noto anche con la sigla “abb”: una decisione di una società sottesa alla necessità di reperire in modo rapido ed efficiente nuove risorse finanziarie da impiegare per proseguire le proprie strategie di crescita e di espansione delle proprie attività.

Più tempo per Comolli

Una operazione che si può fare senza il voto dell’assemblea, in maniera snella. Si tratta di una cifra che permette anche alla dirigenza della Juventus, che è cambiata a giugno, di non farsi prendere dalla fretta per dover concludere trattative di mercato in uscita: così il nuovo direttore generale Damien Comolli potrà disporre di più tempo per valutare l’attuale rosa e trovare soluzioni migliori per lavorare sull’organico nell’ottica della sostenibilità che non deve mai mancare, pur con la volontà di aumentare sempre di più il livello di competitività della squadra bianconera, in campo nazionale così come a livello internazionale.

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