Fabio Ripert, ex preparatore atletico dell’Inter, oggi all’Al Hilal con Simone Inzaghi, affronterà stanotte il Manchester City in una personale rivincita della Champions di due anni fa. Intanto il navigato professionista torna sugli appunti stagionali ricevuti: «Servono le competenze per criticare tecnicamente una preparazione atletica. Lo staff di Inzaghi è di altissimo livello: pure quest’anno siamo arrivati in fondo a quattro competizioni. Fisiologicamente, per cambiare l’aspetto atletico di un giocatore e di una squadra, servono 7-8 settimane. Se affronti Bayern e Barcellona e esci dal campo dopo prestazioni storiche, non si può parlare di preparazione sbagliata col Psg, visto che la finale è stata giocata poche settimane più tardi. Le rigiro la domanda: come abbiamo ripreso e sorpassato Bayern e Barcellona nel secondo tempo se non stavamo bene fisicamente?».
Su cosa verteva la preparazione con una rosa dall’età media elevata?
«Tutto dipende anche da stile di vita, personalità, alimentazione, professionalità. Nell’Inter ci sono più calciatori sopra i 32-33 anni che secondo i dati potranno giocare ancora ad alti livelli. Sono atleti che non hanno nulla da invidiare a ragazzi di 21 anni: raggiungono gli obiettivi fisici prefissati dallo staff. Si deve vedere - e faccio un discorso generale - lo storico degli infortuni, oltre a quanto descritto prima. La preparazione cambia in base al fitness dei calciatori, al loro possibile livello di performances. Se il fitness è basso sotto l’aspetto aerobico, della forza e dell’equilibrio muscolare si dovranno fare delle integrazioni e degli individualizzati».