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Yildiz, Juve per sempre: "Sogno tutta la carriera qui. Del Piero è felice, noi vogliamo il Mondiale"

Kenan, un fiume in piena: "Elkann mi ha mandato un whatsapp, ringrazio Kolo Muani. E se incontro Huijsen..."

INVIATO A ORLANDO  - Gli è bastato un anno per attraversare l’orbita bianconera come una cometa: silenziosa, elegante, all’apparenza inarrestabile. Con quella maglia, pesante e lusinghiera, storicamente appartenuta agli artisti più raffinati, sta trasformando l’attesa in speranza, l’indole in genio. La Juventus l’ha coltivato e protetto come un figlio, e ora - con orgoglio - si gode la sua maturazione. È lui a indicare la via tra le highways d’America. Stasera, al Camping World Stadium di Orlando, lo attende la sfida più dura, contro il Manchester City di Guardiola. In palio il primo posto del girone, sullo sfondo il Real Madrid. E al centro ancora lui: il principino di Ratisbona.

Kenan Yildiz, all’alba del 26 giugno partiamo dalle certezze: i protagonisti di questo Mondiale sono due numeri 10, Lionel Messi e lei. 
«Sto cercando di essere la miglior versione di me stesso per aiutare la squadra a vincere tutte le partite, ma non voglio essere accostato a un giocatore di tale livello». 
 
Allora rigiriamo la domanda: è il giocatore di cui tutti parlano e simbolo di questa nuova Juve. Che effetto fa? 
«Sicuramente mi dà sicurezza, e nel calcio sentirsi in fiducia è fondamentale. Allora continuo a lavorare. In campo so cosa devo fare per i miei compagni e per il mister». 

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