MILANO - Tra l’Inter e Hakan Calhanoglu si sta consumando un lungo addio. Storia d’amore bellissima, anche se un po’ infeltrita per quanto accaduto nell’ultima stagione. Prima il flirt nel bel mezzo degli ultimi Europei con il Bayern Monaco (utilizzato pure per un maldestro tentativo di ottenere un ulteriore ritocco all’ingaggio e svanito - chissà come mai - dopo la telefonata di Ausilio, piuttosto scocciato per il can-can mediatico sollevato in piena estate); quindi qualche infortunio muscolare di troppo (quattro in stagione, segno di un certo logorio fisico); infine quella squalifica arrivata per i rapporti vietati con gli ultrà poi condannati nell’ambito dell’inchiesta “Doppia Curva”.

Calha e il danno d'immagine 

Calhanoglu - è emerso dalle intercettazioni - ha avuto con loro una frequentazione, il che, considerato che l’Inter si è poi costituita parte civile nella causa, ha portato un danno evidente di immagine al club, per non pensare al fatto che una situazione del genere sia incomprensibile per una proprietà americana, visto che a quelle latitudini manco esistono gli ultrà. A completare il quadro, l’addio di Simone Inzaghi. Se c’era un giocatore simbolo del 3-5-2 inzaghiano, quello era “Challa” (come lo chiamava l’allenatore): è stato Inzaghi a inventarlo regista “pensionando” Brozovic, dando al turco la possibilità di avere picchi di rendimento mai toccati in carriera da qui l’interessamento proprio del Bayern. Se quello con i bavaresi è stato un amore passeggero, quello con il Galatasaray è un corteggiamento in piena regola, con fughe in avanti, dichiarazioni spericolate pure della famiglia, blitz dell’agente e quant’altro.