Andrea Cambiaso, com’è andato questo primo allenamento e con quali obiettivi o ambizioni vi affacciate a questa nuova competizione?
"Bene dai, una prima sgambata… Siamo contenti di essere qui negli States: nello spogliatoio c’è gioia ed entusiasmo per l’esordio al Mondiale. Ovviamente proveremo a vincerle tutte.
La squadra come sta a livello fisico e mentale?
"Oggi è davvero difficile capire quando finisce una stagione e quando ne comincia un’altra: si gioca continuamente. Posso dire che stiamo bene, abbiamo centrato l’obiettivo della Champions e adesso c’è questo torneo, da affrontare nella miglior maniera possibile".
Che percezione avete in generale del Mondiale per Club? Perché l’impressione è che molti di voi ci arrivino un po’ scarichi e che magari avrebbero preferito staccare la spina...
"È un po’ una sorpresa, perché è la prima volta che prendiamo parte a una competizione simile. È vero che siamo stanchi, ma giochiamo a calcio e fa parte del nostro lavoro. Prevale dunque la percezione di essere dei privilegiati nel poter giocare questo Mondiale".
Certo, il numero di partite stagionali sta davvero toccando numeri inimmaginabili. Come riuscite a gestire gli impegni con lucidità? Soprattutto a livello fisico...
"Penso che con il tempo sarà anche peggio: non credo che in futuro si tornerà indietro. L’unica via è continuare a lavorare, consci del fatto che è difficile tenere un livello di qualità sufficientemente alto per tutti gli impegni stagionali. Se temo un burnout? No, però è inevitabile che con tutte queste partite le carriere dei giocatori finiranno per accorciarsi. Basti pensare a Yamal che a 18 anni ha giocato già più di 100 partite... Ne prendiamo atto, fa parte dell’evoluzione di questo sport".
Questo torneo può essere inteso come una sorta di “rivincita” per chi come lei non ha ancora preso parte al Mondiale con l’Italia?
"Direi di sì, è una grandissima opportunità. Prima di partire John Elkann ci ha fatto un bel discorso alla Continassa dicendoci che essere fra le uniche due squadre italiane al Mondiale era un privilegio da onorare nel migliore dei modi. Ci ha mostrato la sua cravatta, con sopra tutti i trofei della Juventus. Un segnale chiaro. Anche per questo vogliamo affrontare ogni gara del Mondiale con il coltello tra i denti: per permettergli di aggiungere un’altra coppa, insomma".