“Lezioni americane” di Italo Calvino è un’indagine sulle qualità che rendono una storia potente e duratura, per definire un’idea di letteratura che possa affrontare le sfide del futuro. Noi, molto più prosaicamente, vogliamo capire quali sfide deve affrontare il calcio, soprattutto italiano, e come può sostenerle. La ventunesima edizione del Mondiale per Club della Fifa, prima con questo nuovo formato, inizia oggi alle 20 ora locale di Miami, Florida (le due di notte in Italia) all’Hard Rock Stadium della città simbolo della Florida, dove l’Inter C.F. capitanata da Leo Messi affronta gli egiziani dell’Al-Ahly. E queste prime informazioni ci dicono già molto sulla globalizzazione di uno sport, il calcio, che fino al secolo scorso era, esclusivamente, appannaggio di Europa e Sud America.
Mondiale, le avversarie Juve: la regina degli Emirati Al Ain, quella del Marocco Wyhad, il Pep City
Mondiale per Club, impatto da 17 miliardi
Un evento sportivo, mediatico ed economico che punta a essere uno degli appuntamenti cardine del calcio mondiale del futuro. Secondo OpenEconomics avrà un impatto di 17,1 miliardi di produzione economica negli Stati Uniti, con un incremento del Pil a stelle e strisce stimato in 9,6 miliardi, 105 mila nuovi posti di lavoro a tempo pieno e una ricaduta sulle tasse statali di 1,9 miliardi: benefici sociali – fra intrattenimento, turismo e sport – per 3,36 miliardi di dollari e un Social Return on Investment pari a 4,34, ovvero che ogni dollaro investito ne genera 4,34 di impatto sociale. Sempre secondo OpenEconomics, il Mondiale per Club della Fifa avrà una ricaduta economica a livello mondiale di 41,3 miliardi di produzione economica, 21,1 sul Pil planetario, con 432 mila posti di lavoro a tempo pieno: «Queste analisi fanno parte di un programma pluriennale di studi, Goaleconomy, commissionato da FIFA e WTO alla nostra azienda per esplorare gli effetti del calcio e dello sport in generale sulla crescita sostenibile e inclusiva e per analizzare modelli di globalizzazione virtuosa», afferma Gianluca Calvosa, fondatore e presidente di OpenEconomics.