Al termine della stagione con il Napoli, con cui ha conquistato il suo quinto scudetto da allenatore in Serie A, Antonio Conte si è raccontato nel corso di una lunga intervista in due episodi che andrà in onda venerdì 13 giugno alle 21 su Sky Sport Uno, a mezzanotte su Sky Calcio e su Now in streaming, oltre che on demand. L'ex centrocampista ha affrontato tanti temi: dall'esperienza, determinante, all'Arezzo, fino all'arrivo al Napoli e le divergenze con il presidente De Laurentiis. Il tecnico, senza filtri, ha spiegato anche come sono andate le cose alla fine della stagione, quando diverse voci lo hanno accostato alla panchina della Juventus, raccontando le sue verità.
Conte, la famiglia e la lezione di papà Cosimino
L'intervista inizia con un pensiero sulle sue radici, partendo dal rapporto col padre Cosimino: "Sicuramente l'educazione che ricevi dalla famiglia segna la tua vita. Penso soprattutto che chi è genitore deve sapere che ha un compito importante, ovvero educare nella giusta maniera facendogli capire i valori. È una cosa che secondo me nell'ultimo periodo si sta un po' perdendo. Anche l'aspetto familiare, prima si faceva di più tra moglie e marito per cercare di tenere unita la famiglia. Soprattutto la donna lo faceva per trasmettere i giusti valori ai figli e crescerli in una determinata maniera. La mia eduzione è stata molto rigida, fin da bambino se volevo una cosa dovevo prima dare. Ad esempio c'era un patto con i miei genitori, per giocare a calcio dovevo andare bene a scuola.
Era la mia passione e anche quella di mio papà che era il presidente tuttofare di questa squadra di dilettanti, la Juventina Lecce. Si alternava tra la seconda e terza categoria, oltre che nel settore giovanile. Da quando ero bambino aspettavo la domenica per passare tutta la giornata insieme. Durante la settimana andava via al mattino presto. Solo ogni tanto tornava a pranzo, ma era difficile. La sera poi dovevo andare a dormire presto per la scuola quindi la domenica era passione pura. Mi ricordo quando compilavo le distinte prima delle partite, ero molto partecipe e la vivevo con grande entusiasmo. Papà al mattino preparava il the che avrebbe portato alla squadra, le maglie, i palloni. Si metteva anche un olio per scaldarsi e si ingrassava il pallone per farlo durare il più possibile. Sicuramente la mia famiglia è stata molto importante per me".
WHATSAPP TUTTOSPORT: clicca qui e iscriviti ora al nuovo canale, resta aggiornato LIVE