La Juventus non è il Tolosa. Nulla di specifico nei confronti delle violette d’Oltralpe, s’intende. Ma a Torino sono diverse le esigenze, i budget, l’appeal. È differente il mercato. Damien Comolli, insomma, non potrà trasferire nel suo nuovo ufficio della Continassa l’eredità di nomi che aveva accumulato nell’ultimo quinquennio trascorso in patria. Ma la sua metodologia, quella sì. «Lavoro con i dati da 25 anni e penso che, quando un’azienda si rivolge a me, pretenda che mi porti dietro questo bagaglio di conoscenze», la considerazione ai limiti dell’ovvio esternata nella conferenza stampa di presentazione. E, allora, tabelle del calciomercato francese alla mano, è possibile tracciare un identikit della tipologia di calciatore che il fresco direttore generale bianconero è solito acquistare, al termine di un lungo processo che abbraccia i database per scremare e gli incontri conoscitivi per finalizzare.