MILANO - Più azzurra di così, la maglia della Nazionale non potrebbe essere. Gabriele Gravina pesca nelle gioie del passato per scacciare la tonalità tenebra di Oslo. Gennaro Gattuso è rientrato a Marbella, dopo il confronto di persona con il presidente federale, con la nomina a prossimo commissario tecnico praticamente in tasca. L’ex centrocampista e Gravina si conoscono da anni: in Under 21 si sono solo sfiorati, perché Gravina ne è diventato capo delegazione nel 2002, due anni dopo il trionfo di quella generazione d’oro che è poi stata la base del trionfo mondiale nel 2006. Un successo vissuto insieme dai due: l’uno ovviamente in campo e l’altro componente della delegazione azzurra ai Mondiali tedeschi.
L'identikit
Quello di Gattuso è il nome che sin da subito - più di Daniele De Rossi e Fabio Cannavaro, entrambi comunque molto stimati - ha trovato d’accordo tutti, a partire da Gianluigi Buffon, con il quale le telefonate in questi giorni frenetici sono state continue. Individuato un identikit più o meno comune, rispetto agli altri candidati hanno pesato la maggior esperienza in panchina e quella grinta che ne ha contraddistinto l’attività da calciatore: servirà, nei buoni propositi federali, a dare la sferzata necessaria. Il contratto non è mai stato un problema: si partirà da una base annuale e si sta definendo l’inserimento di un’opzione in ottica 2028. Alla fine, che venga messo nero su bianco o meno, quale sia lo spartiacque lo sanno tutti: i prossimi Mondiali. Andarci è necessario, affrontarli dignitosamente - non accade proprio dal 2006 - sarebbe cosa molto gradita.