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Acerbi, la vicenda grottesca: quel tra le righe della Figc prima del verdetto

La Federazione e il commissario tecnico Spalletti avevano già preso le difese del centrale. Ora la Nazionale ritrova il leader della retroguardia

Acerbi, sollievo per Spalletti

E così, mentre gli altri azzurri affrontavano le amichevoli con Venezuela ed Ecuador oltre ai bagni di folla con le comunità italiane d’Oltre Oceano, Acerbi è rimasto in Italia per affrontare le questioni giudiziarie legate a questo caso. Un vulnus, certo, per gli esperimenti di Spalletti, ma neppure troppo grande per una serie di ragioni. La prima deriva dal fatto che il ct non deve certe scoprire nulla circa le qualità tecniche, tattiche e umane del difensore che resta uno dei più esperti della Serie A oltre ad avere assunto, nel corso dei mesi, un discreto peso specifico come leadership nel gruppo azzurro.

Con parole tutt’altro che banali, per esempio, dopo la sconfitta a Wembley contro l’Inghilterra: «Dobbiamo essere molto più pronti mentalmente di quanto lo siamo stati oggi. Perdere contro l’Inghilterra non è un peccato, ma guardando i passaggi che abbiamo fatto e non fatti, gli spazi che si sono aperti, avremmo potuto fare di più» con, a corredo, l’esortazione di non prendere nemmeno in considerazione l’ipotesi (allora drammaticamente sullo sfondo dei destini azzurri) di non riuscire a qualificarsi per la fase finale dell’Europeo. E, in campo, la sua esperienza è stata preziosa proprio nella gara decisiva contro l’Ucraina quando ha supportato Buongiorno ammonito in avvio di gara. Spalletti, in sostanza, non dovrà spiegargli nulla. E la Figc, di suo, aveva già le idee chiare.

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