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Spalletti, l'Italia e il 3-5-2 Juve: cosa cambia per Chiesa, Cambiaso e Locatelli

Il ct azzurro aveva anticipato l'esperimento tattico: similitudini e differenza con la versione di Allegri e come si è mossa la squadra

Lo aveva preannunciato in conferenza stampa, Luciano Spalletti: la sua Italia avrebbe sperimentato la difesa a tre contro il Venezuela. Ed è stato di parola: il ct ha schierato la squadra con il 3-5-2. "C'è da mettere a posto il sistema della difesa a 3 perché è ideale per non subire le ripartenze. A volte accade anche con la difesa a 4. C'è uno zoccolo duro nella zona centrale che ti fa subire meno le ripartenze se mantieni le posizioni, con due uomini larghi e due nei 'mezzi spazi'. La prima punta deve invece fare i tagli. Proviamo questo schema" aveva argomentato Spalletti. Una spiegazione prettamente tattica, una soluzione in più per la sua squadra per guadagnare imprevedibilità.

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Ma non solo. L'esperimento è anche un modo per mettere a frutto l'abitudine di molti dei suoi calciatori di giocare in una cornice tattica simile. Spalletti aveva spiegato che "è una cosa fluida, non più rigida. C'è la possibilità di cambiare sistema nella partita in base all'azione, voglio valutare anche in base alle caratteristiche di chi gioca. Possiamo fare due prove e se cambiamo possiamo essere più sorprendenti e meno leggibili. Ci sono diverse squadre che giocano con la difesa a 3".

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