SPAZIO A KEITA - Toccherà al giovane Keita ribaltare lo 0-1 dell'andata: "Domani giochiamo per vincere - assicura l'attaccante - e se posso segnare ed aiutare la squadra è ancora meglio". Il futuro della Lazio è suo. C'è invece chi auspica che non sia più quello di Lotito. "Liquida la protesta di oltre quarantamila tifosi come 'dissenso organizzato contro la mia persona' e come una 'manovra illecita organizzata ai danni della Lazio' - dice il deputato di Fi, Luca D'Alessandro -. Poiché anche il sottoscritto ha partecipato in modo convinto alla iniziativa pacifica per dissentire profondamente e con nettezza dal modo con cui Lotito gestisce la società sfido il presidente della Lazio a dimostrare che la mia sacrosanta, ancorché legittima, posizione non sia autonoma ma frutto di chissà quali complotti". "È grave e offensivo che Lotito, invece di prendere atto di un dissenso ormai dilagante nei suoi confronti e di conseguenza cambiare rotta per rilanciare il nome di questa gloriosa società, denigri decine di migliaia di persone", aggiunge.
POLEMICA POLITICA - A difendere il patron che ieri l'ex governatore del Lazio, Francesco Storace, aveva invitato ad "andar via in cinque minuti", ci pensano il segretario Udc, Lorenzo Cesa e l'ex vice presidente del consiglio comunale di Roma, Fabio Sabbatani Schiuma. "I toni aggressivi usati dall'onorevole D'Alessandro nei confronti del presidente Lotito sono intollerabili - dice Cesa -. Con una tensione evidente attorno alla proprietà della Lazio, l'unica cosa che non serve è una politica che alimenta lo scontro col solo obiettivo di ingraziarsi, con dichiarazioni dal chiaro sapore elettorale". "Credo la politica debba stare fuori da queste questioni calcistiche - gli fa eco Sabbatani Schiuma -. Storace è un romanista che nel 2003 fece battuta di pessimo gusto come 'meglio f. che laziali, farebbe più bella figura a stare zitto ed evitare un basso sciacallaggio politico".