"Cruijff mi ha cambiato"
Fu un periodo emozionante per Bosz: poté trascorrere giornate e lunghe serate a discettare e ad abbeverarsi di calcio con il suo idolo assoluto che spesso si recava a Tel Aviv per stare a fianco del figlio. "Mio padre morì a fine marzo di quell’anno a Barcellona – ha raccontato Jordi – e una delle sue ultime immagini spensierate è quella che lo ritraeva insieme a Bosz al campo del Maccabi. Parlavano di calcio e dell’Ajax. Hanno riso molto quel pomeriggio. Peter è un tipo simpatico, sempre pronto ad ascoltare gli altri". "Johan Cruijff ha cambiato il mio modo di vedere il calcio – l’ammissione di Bosz – . In carriera ho imparato tantissimo da lui. Era speciale, unico. Da ragazzo ogni due settimane portavo mio fratello ad Amsterdam a veder giocare il numero 14 più famoso della storia. Quando vedo le mie squadre difendere e basta, o distruggere il gioco come facevo io da calciatore, non mi diverto per niente. Ho sempre pensato che, allenando, avrei avuto la possibilità di divertirmi un po’. Se mi diverto io, possono divertirsi anche i tifosi. Voglio vedere la squadra correre dietro al pallone, creare occasioni, fare pressing alto".
Bosz e i dogmi di Cruijff
I dogmi di Cruijff. E di Van Gaal. E di Guardiola.Il PSV sbarca a Torino senza il suo cannoniere “tex-mex” Ricardo Pepi, 11 gol e 2 assist in 18 gare di Eredivisie, operato la scorsa settimana al ginocchio destro, e con il difensore burkinabé Adamo Nagalo in dubbio causa infortunio occorso sabato nel match con il Willem II. Ci sarà invece l’ex interista Perišić, 36 anni, all’esordio europeo con la nuova maglia biancorossa dopo l’ingaggio da svincolato giusto il giorno dopo la sconfitta del PSV a Torino. "Possiamo sempre vincere contro la Juventus, anche in casa loro, ma a settembre siamo stati deboli, soprattutto nei duelli: in Champions ci vuole forza. Dobbiamo trarne lezione", sibilò l’allenatore “oranje” lasciando contrariato l’Allianz Stadium.