Per quanto si sia sforzato in questi giorni di tenere il profilo più basso possibile, Ruben Amorim è ufficialmente entrato nella parte di nuovo manager del Manchester United, ancora prima di prendere posto a Old Trafford. Il 4-1 che lo Sporting ha rifilato al Manchester City nell’ultima partita di Amorim all’Alvalade alla guida dei “Leoes” sembra un copione così perfetto da rasentare l’inverosimile. Anche perché tutto pareva indirizzato secondo pronostico, ovvero nella direzione opposta: dopo appena 4 minuti di gioco infatti la costruzione dal basso dello Sporting viene subito messa a nudo da Foden, che approfitta di una netta incertezza di Morita per prendere palla sulla trequarti e mandare fuori giri un non irresistibile Israel.
Il City trascorre così la mezz’ora successiva costruendo, sfiorando a più riprese il raddoppio, ma concedendo anche più di una smagliatura, come all’8’ quando Gyokeres, a tu per tu con Ederson, calcia con sufficienza tentando un improbabile scavetto. Ecco: in quel momento forse la partita è paradossalmente svoltata, perché l’attaccante svedese non poteva certo sfigurare così nel duello tra bomber tutto scandinavo con Erling Haaland. Probabilmente però non si sarebbe immaginato di stravincere, quel duello, a cominciare dalla rete del pareggio al 38’, con lo stesso Gyokeres bravo a finalizzare con un bel diagonale la palla in profondità di Quenda, uno dei migliori in campo che la Juve apprezza molto. Ma è all’inizio del secondo tempo che la partita prende una piega del tutto inattesa, nella forma e nella sostanza, perché il gol del 2-1 dello Sporting a firma Araujo assomiglia quasi a un contrappasso per Guardiola, con i portoghesi che dal calcio d’inizio coinvolgono tutta la squadra nel giro palla fino alla conclusione del brasiliano, senza alcuna opposizione degli avversari.