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Il paradosso della nuova Champions League. E per chi esce sono guai…

Getty Images

Uno studio svela le insidie economiche della formula: si giocheranno 189 partite, 64 in più rispetto alla vecchia competizione

A metà del 500 gli inglesi cominciavano a porre le basi per il loro straordinario impero basato sui capisaldi commerciali (un modello copiato da Venezia, si capisce) e sul florido mercantilismo. E presto capirono, spiegandolo poi, che “la moneta cattiva scaccia quella buona”.
Ovvero che in presenza di eccesso di moneta, gli operatori tendono a pagare con le monete danneggiate e dunque di minor valore incamerando quelle dal metallo più prezioso che, quindi, spariscono dalla circolazione. Capita, così, che se ci sono a disposizione tante partite, si svalutano anche quelle cosiddette “di cartello”.

Il paradosso della Super Champions

È il paradosso della nuova Champions League che l’Uefa vara l’anno prossimo che ha sì un montepremi maggiore ma che, considerando che si giocano più gare, ognuna di esse varrà meno delle precedenti, comprese le sfide tra i top club. Vediamo il perché. Con il nuovo formato si giocheranno 189 partite, vale a dire 64 in più rispetto alla “vecchia” competizione con un aumento della media gare per club che passa da 7,8 a 11,8.

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