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Guardiola, la telefonata al padre e la profezia mezz'ora prima della finale

Valentí Guardiola, papà del tecnico del Manchester City fresco vincitore della Champions League contro l'Inter, racconta alcuni aneddoti: tutti i dettagli

La vittoria del Manchester City a Istanbul nella finale di Champions League contro l'Inter ha riportato Pep Guardiola sul tetto d'Europa a distanza di dodici anni dall'ultima volta, quando sedeva sulla panchina del Barcellona. Super Deportivo Radio, trasmissione in onda su Radio Villa Trinidad, ha contattato per l'occasione il papà del tecnico catalano, il signor Valentí: "Ho 'soltanto' 92 anni e grazie a Dio la testa mi funziona ancora. Non immaginavo, a questa età, di rivedere mio figlio vincere la Champions League, perché il calcio ha molti alti e bassi. Adesso sono tranquillo e posso godermi questo successo, ieri non tanto: da padre, capite, non è facile, perché non sempre vince il migliore nel calcio. Ieri ha vinto il City, ma ci sono state partite che sono andate meglio. È stata una grande gioia. Ero con mia sorella e un conoscente a casa mia a guardare la partita. A volte abbiamo sofferto, perché il gol non arrivava e pensavo potesse andare male ancora una volta, ma eravamo molto contenti e per fortuna tutto è andato bene. Ieri non mi sono mosso e non sono uscito in terrazza, ci sono volte che smetto di guardare la partita, perché la pressione è molto grande e mi innervosisco molto", il commento commosso dell'uomo.

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Valentí Guardiola, gli aneddoti su Pep

Guardiola sr., nel corso della trasmissione, ha rivelato di aver ricevuto una telefonata dal figlio a pochi istanti dal calcio d'inizio: "Mi chiama prima di ogni partita, ma ieri mi ha chiamato soli 30 minuti prima, era calmo e fiducioso e mi ha detto 'caro padre, siamo pronti a scendere in campo, penso che vinceremo, ce la faremo'. Gli ho detto che la fortuna sarebbe stata con lui. Ha l'abitudine di chiamarmi prima delle partite e sembra che questa cosa gli porti fortuna". Valentí rivela poi un altro aneddoto: "Ho lavorato 16 ore al giorno come muratore. A 14 anni ne facevo già 10 in cantiere, più 12 chilometri in bicicletta. Voglio dire che i miei figli, in questo senso, sono usciti come me, con una cultura del lavoro, come Pep: lavoro, lavoro e lavoro, che è stato salvato da suo padre, perché ognuno di noi deve vivere 24 ore al giorno per il suo lavoro, che sia un muratore, come nel mio caso, o come Pep, un allenatore, che vive 24 ore per il calcio e soltanto per il calcio. È malato di calcio, perché provavo a parlarci di qualsiasi argomento, ma lui parlava solo di calcio, da quando aveva 5 anni. Ed aveva già il pallone tra i piedi".

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Pep Guardiola, l'augurio di papà Valentí

"Quando ha iniziato a Barcellona, ????all'età di 12 anni, ho sempre preferito non costruire castelli di sabbia. Non ho mai avuto grandi aspettative e guardate fino a che punto è arrivato... L'unica cosa che vorrei, d'ora in poi, è che finisca la carriera così, da vincente, e che siano in salute lui e la sua famiglia, che vivano felici. Mi sembra che abbia raggiunto un punto nella sua carriera che sarà difficile fare ancora di più. Chiedo solo la salute per lui, perché se perde la salute, perde tutto", conclude.

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